Guerra (Oms): «Il coronavirus è un mostro, attacca l’intero sistema. Ci sono ancora troppe incognite».
Ranieri Guerra, che significa convivere con questo virus? «Significa cercare un adattamento progressivo con un germe nuovo sperando che nel tempo diventi meno aggressivo. Purtroppo questo è un ospite molto scomodo e non cederà » non tace i timori il direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, componente del comitato tecnico scientifico.
Quali le incognite? «È molto stabile nella struttura quindi non incline a cambiare. È aggressivo, si diffonde con estrema velocità e ha di fronte un altissimo margine di popolazione suscettibile da infettare. Non sappiamo quanto ha colpito finora e per questo verrà svolta l’indagine con i test rapidi sierologici che forniranno nuovi elementi di valutazione. Risultati a fine maggio. In base all’esperienza della Cina sappiamo che Sars-CoV-2 nell’80-85% dei casi non ha dato sintomi. In Italia non abbiamo numeri. Finora i calcoli sono basati sui solo sui tamponi».
Perché fa tanta paura? «Soltanto ora stiamo cominciando a comprendere come funziona. Siamo passati dall’ipotesi di influenza pesante ad una realtà molto diversa. Il virus attacca l’intero sistema, non solo i polmoni, arriva nell’endotelio vascolare, è causa di patologie neurologiche importanti, attacca selettivamente in base a età e sesso. Non abbiamo idea di cosa altro possa causare, lo scopriamo giorno per giorno. È un mostro».
Se non lo conoscete come potete prevederne le mosse servendovi dei modelli matematici? «È l’unico strumento. Man mano che procedono le conoscenze, i modelli vengono perfezionati e infatti adesso, dopo un’iniziale differenza, c’è una progressiva convergenza di tutte gli studi di simulazione internazionali che però lavorano basandosi su un denominatore fittizio. Il vero denominatore sarà frutto dell’indagine sierologica che darà ai modelli aderenza alla realtà. Scopriremo il vero grado di letalità e perché la Lombardia abbia un tasso tanto elevato».
Qualcosa è sfuggito in Lombardia? «Primo messaggio. La Lombardia è vittima non untore, smettiamola di darle addosso, va aiutata e supportata in ogni modo. Secondo messaggio. Probabilmente manca un’indagine molto piu accurata sulla genetica del virus. Ora abbiamo possibilità di ricostruire attraverso il sequenziamento l’albero filogenetico vale a dire come è arrivato in Italia, chi l’ha portato, come si è diffuso. Capire la tempistica è importante. Mi auguro che quando avremo testato 150mila persone potremo tracciare i suoi movimenti».
Germania e Francia dopo un’iniziale tentazione di aprire sono tornate sui loro passi. «Una minima coesione nell’Ue sarebbe stata davvero importante, riaprire quando il virus ha una diffusione così elevata significa mettere in pericolo altri Paesi perché per quanto chiudi resta un movimento transfrontaliero che non si può arrestare. L’epidemia in Germania ha ripreso immediatamente vigore, come era inevitabile. In Italia siamo messi bene, ma non bisogna fare mosse azzardate». Intervista a cura di Repubblica Leggi anche Oms, un nuovo allarme: "Non ci sono prove che i guariti siano immuni dal Covid" Seguici su Facebook 41esimoparallelo