5.000 euro in arrivo con il Decreto Imprese: ecco come e a chi sono destinati.
5.000 euro in più in arrivo con il decreto Imprese, detto anche Liquidità, che sta per essere convertito in legge e per il quale è stata posta la fiducia alla Camera che verrà votata nella giornata odierna. Un emendamento al decreto Impreseapprovato alla Camera prevede la modifica del testo originale e quindi il prestito che anche le microimprese possono richiedere sale da 25.000 a 30.000 euro; per chi lo ha già chiesto alla banca sono previsti 5.000 euro in più. La conversione del decreto Imprese in legge si fa sempre più vicina perché dopo il voto alla Camera passerà al Senato per una seconda lettura. Non solo 5.000 euro in arrivo con il nuovo emendamento al decreto Impreseperché in merito anche altre sono le novità. Vediamo quindi come funziona l’aumento e per chi.
Decreto Imprese: 5.000 euro in arrivo. Ecco come e per chi
5.000 euro in arrivo con il decreto Imprese: vediamo come e per chi dal momento che si tratta di un’assoluta novità. Il prestito con garanzie dello Stato, che anche le piccole imprese possono richiedere alle banche previsto dal decreto Liquidità di 25.000 euro, viene incrementato di ulteriori 5.000 euro. Questi possono essere ottenuti anche da chi abbia già richiesto il prestito alla banca secondo l’emendamento al testo approvato alla Camera e che si avvicina alla sua conversione in legge. Non è la sola novità questa dal momento che la somma ottenuta potrà essere restituita non più in sei ma in dieci anni. A questi si aggiungono anche due anni di preammortamento oltre al calcolo del tasso massimo che la banca può applicare che è stato semplificato. Gli interessi, come il Messaggero riporta, non potranno andare oltre il Rendistato di pari durata, maggiorato di uno spread dello 0,2%. Ma quella dei 5.000 euro in più non è l’unica novità prevista dal decreto Imprese in conversione.Decreto Imprese: modificati anche prestiti di importo superiore
Non solo 5.000 euro in più per i prestiti con garanzia dello Stato, ma anche i prestiti di importo superiore vengono modificati nel decreto Imprese. Si tratta dei prestiti erogati dalla Sace che vanno restituiti in sei anni, il periodo non viene pertanto modificato in conversione, ma il periodo di preammortamento diventa di tre anni, pertanto i tempi per la restituzione si allungano e gli anni diventano nove. Per questi prestiti, tra i quali rientra anche quello di 6 miliardi e mezzo di euro richiesto da FCA e che ha fatto molto discutere, il decreto in esame e che si avvia verso la conversione prevede la modifica delle condizioni. In particolare:- il finanziamento non può essere chiesto da chi ha sede in uno dei dodici paradisi fiscali della blacklist europea tra cui rientrano per esempio le Cayman;
- le imprese che chiedono il prestito con garanzia dello Stato non possono delocalizzare la produzione;
- l’impresa che chiede il finanziamento non può distribuire i dividendi o effettuare il riacquisto delle proprie azioni.
- il pagamento dei dipendenti;
- il pagamento dei canoni di locazione;
- gli investimenti e il capitale circolante solo verso l’Italia.
- solo il 20% potrà essere usato dall’impresa per rimborsare rate di vecchi prestiti.