Un destino segnato e l'amara consapevolezza di non poter sentire mai la sua bambina chiamarla "mamma”. Elisabetta una mamma coraggio. Morta lo scorso luglio a 36 anni, aveva scoperto di essere incinta e di avere un tumore a distanza di poche ore, lo stesso giorno.
Il tragico destino di Elisabetta Socci
Il marito
Matteo Grotti ha deciso di raccontarne la storia a
Ravenna Today:
“A 35 anni non bisognerebbe mai vedere la morte della propria moglie, crescere una figlia da soli e sapere che non potrà mai davvero sentire l’affetto di sua madre – dice -.
Ma voglio dire a chi sta combattendo la stessa guerra di non arrendersi. Combattete come ha fatto Elisabetta. Si può vivere felici anche nella malattia, provando ogni tanto a dimenticarsela, a stare bene e a fare cose normali. Pensare: forse questa cosa non potrò farla domani, e allora facciamola oggi”.
I fatti
Lei faceva l’architetto a Cervia, lui il magazziniere ordinario nel Cesenate. Si vedono per la prima volta al matrimonio di un amico in comune. Si innamorano e si sposano. Si trasferiscono insieme a San Zaccaria nel comune di Ravenna. Poi, tra tanta felicità, arriva il giorno nero: Elisabetta scopre di avere un tumore nello stesso giorno in cui viene a conoscenza di essere incinta.
Al terzo mese di gravidanza inizia la chemioterapia e a otto mesi dà alla luce una bellissima bambina. Racconta Matteo a
Ravenna Today:
“Non ha mai vacillato un attimo, era convinta che la gravidanza fosse la luce in questo periodo di tenebre e, nonostante tutto, ha scelto di portarla a termine e di curarsi, seppur parzialmente, con terapie che non danneggiassero una creatura così intensamente desiderata”.
La morte sopraggiunge quando la piccola ha 10 mesi. Matteo si ritrova così da solo a crescere una bimba piccola.
“La crescerò raccontandole quanto sua madre fosse speciale. Abbiamo sempre vissuto nella speranza, perché si può sperare e continuare a vivere anche se poi il finale è brutto. E lei ha fatto così, sempre godendosi il presente, tutti sapevano che era malata ma ci ha fatto vivere il periodo della sua malattia come se non fosse nulla, è stata una guerriera”. (Internapoli)
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