Funivia Faito, il racconto dei sopravvissuti: "Un balzo, poi siamo rimasti sospesi nel vuoto"
Studenti Erasmus e famiglie salvate per un soffio. Si indaga sulle cause dell'incidente

CASTELLAMMARE DI STABIA – Paura, disperazione e miracoli sfiorati: sono i sentimenti che emergono dalle testimonianze dei sopravvissuti al dramma della funivia del Monte Faito, dove giovedì 17 aprile la rottura di un cavo ha causato la caduta di una cabina con un bilancio tragico di quattro vittime.
Il racconto dei superstiti
«Abbiamo avvertito un balzo improvviso, come sulle montagne russe, poi siamo rimasti sospesi nel vuoto», raccontano Elisa e Karl, due studenti Erasmus che si trovavano nella cabina che, per fortuna, ha retto. Con loro anche una famiglia tedesca con tre bambini, terrorizzati ma illesi grazie all’intervento dei soccorritori.
Il miracolo mancato
Tra chi si è salvato per un soffio c’è anche Katia Zaia, cantante e influencer: «Dovevamo salire sulla funivia per girare un video, ma vedendo la nebbia abbiamo rinunciato. Ora mi sento miracolata», racconta ancora scossa.
Le scene dell'orrore
Molto diversa la situazione nella cabina precipitata: «Scene raccapriccianti, corpi straziati», riferiscono gli operatori intervenuti per i soccorsi. Tra le vittime, oltre al macchinista Carmine Parlato, anche due turisti inglesi e una donna israeliana. L’unico superstite della cabina precipitata, un uomo israeliano, è ricoverato in rianimazione all’Ospedale del Mare di Napoli.
Una tragedia evitabile?
L’impianto era stato riaperto da appena una settimana dopo la chiusura invernale. Massimiliano Salvati, uno dei primi soccorritori, ha dichiarato: «Non è una tragedia annunciata, ma forse evitabile. L’altezza spaventa e qualche sbalzo si avvertiva». Umberto De Gregorio, amministratore delegato dell’Eav, ha invece ribadito che la riapertura era avvenuta «con tutte le condizioni di sicurezza».
Le indagini, coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, proseguono per accertare cause e responsabilità.