De Luca Calderoli
De Luca Calderoli

La Regione Campania ha notificato oggi un ricorso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, contestando la legittimità costituzionale della legge Calderoli sull'autonomia differenziata

La sfida legale è guidata dal professor Francesco Marone, ordinario di Diritto Costituzionale all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, con il supporto dell'Avvocatura regionale. Il ricorso, presentato alla Corte Costituzionale, mira a invalidare una legge che, secondo la Regione, rappresenta una minaccia all'unità nazionale e all'uguaglianza dei cittadini.

I Motivi del Ricorso: Critiche alla Devoluzione delle Competenze

Il ricorso della Regione Campania si fonda su quindici motivi principali, che criticano sia il procedimento previsto dalla legge Calderoli per la sottoscrizione delle intese con le Regioni, sia i contenuti e gli effetti delle stesse intese. Una delle principali preoccupazioni sollevate riguarda la possibilità che la legge consenta una devoluzione incontrollata di competenze alle Regioni, con potenziali ripercussioni su diritti fondamentali e servizi essenziali come sanità, istruzione, previdenza integrativa e protezione civile.

Secondo il ricorso, tale devoluzione potrebbe minare la sovranità dello Stato, rompere l'unità nazionale e compromettere l'eguaglianza dei cittadini delle diverse aree del Paese. Questi timori sono stati confermati dalle parole del vice presidente emerito della Corte Costituzionale, prof. Paolo Maddalena, il quale ha definito la legge "un enorme pericolo per l’unità giuridica ed economica dell’Italia".

Il Ruolo del Parlamento e la Sovranità Nazionale

Un altro aspetto cruciale sollevato dal ricorso riguarda il ruolo del Parlamento. Secondo la Regione Campania, la legge Calderoli riduce drasticamente il ruolo del Parlamento, l'unico garante dell'unità nazionale e dell'interesse generale, a favore del Presidente del Consiglio dei Ministri. Quest'ultimo, secondo il ricorso, acquisisce un potere esclusivo nel determinare l'oggetto delle intese con le Regioni, un compito che, in contrasto con le norme costituzionali, dovrebbe essere condiviso e supervisionato da un organo rappresentativo dell'intera nazione.

Il ricorso sottolinea inoltre che la legge Calderoli si limita a mere affermazioni di principio sulla determinazione dei Livelli Essenziali di Prestazioni (LEP), senza prevedere concrete misure perequative per colmare i divari territoriali, come invece richiesto dalla Costituzione. Questo approccio, secondo la Regione, non solo viola i principi costituzionali, ma rischia di creare un sistema iniquo e inefficiente.

L'Accusa di "Secessione": Un Attacco alla Coesione Nazionale

Uno dei punti più forti del ricorso riguarda l'accusa che la legge Calderoli, piuttosto che promuovere un'autonomia lecita, favorisca una sorta di "secessione" mascherata. La professoressa Giovanna De Minico, durante un'audizione sul disegno di legge, ha infatti definito l'approccio della legge come un progetto che esce dall'ambito costituzionale, minacciando la coesione nazionale.

Il ricorso evidenzia come l'affidamento della determinazione dei LEP al governo, senza principi o criteri direttivi predefiniti, violi gravemente il principio di legalità. Inoltre, delegando l'intesa ad una trattativa diretta con il governo, la legge Calderoli mortifica il ruolo delle Conferenze, violando il principio di leale collaborazione tra le istituzioni e impedendo una valutazione complessiva delle ricadute delle singole intese su tutte le Regioni e le autonomie locali.

Un Conflitto Costituzionale di Grande Portata

Il ricorso della Regione Campania alla Corte Costituzionale rappresenta un atto di grande rilevanza politica e giuridica, che potrebbe avere ripercussioni significative sull'assetto istituzionale del Paese. 

La sfida lanciata contro la legge Calderoli sull'autonomia differenziata non è solo una questione di legittimità costituzionale, ma tocca temi fondamentali come l'unità nazionale, l'eguaglianza dei cittadini e il ruolo delle istituzioni democratiche. La decisione della Corte Costituzionale sarà determinante per il futuro di questa controversa riforma.

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