Coronavirus in Italia, donna infetta incinta di 8 mesi: ecco cosa rischia.
Tra i sei casi accertati di coronavirus in Lombardia vi è quello di una donna incinta di otto mesi ricoverata all’ospedale Sacco di Milano. Si tratta della compagna del 38enne per primo risultato positivo all’infezione attualmente in terapia intensiva a Codogno: cosa rischia suo figlio? Per il momento non si hanno notizie delle condizioni di salute della donna e men che meno di quelle del feto che porta in grembo. Ci si chiede dunque se sia possibile un contagio intrauterino, vale a dire una trasmissione diretta dell’infezione dalla madre al figlio che entro un mese dovrebbe partorire. Per il momento non vi è evidenza che ciò possa accadere perché non si sono mai registrati casi del genere e non è ancora stato effettuato alcuno studio scientifico in merito. Anzi, in Cina diverse donne incinte positive al virus hanno regolarmente partorito loro figlio senza che questo rimanesse infettato. C’è però da dire che tutte erano ormai nella fase conclusiva della gravidanza e hanno dato alla luce i bimbi tramite parto cesareo e non naturale. Inoltre nessuna di loro si trovava in gravi condizioni. Va pertanto chiarita la possibilità di un contagio all’interno del grembo materno nei primi due trimestri di gravidanza e per le donne che non ricorrono al cesareo. Sempre in Cina si è poi verificato il caso di una madre contagiata il cui figlio, a 36 ore dalla nascita, è risultato positivo ai test. Secondo gli esperti però ciò non basta ad asserire che sia stata la madre a trasmettere l’infezione quando ancora non era nato. Può infatti darsi che il bambino l’abbia contratta dopo la nascita a causa di uno stretto contatto con la mamma. A confermare il fatto che non ci sarebbero rischi di trasmissione intrauterina è stata anche una specializzanda in nefrologia. Una ginecologa ha infatti spiegato che il coronavirus non è teratogeno in quanto colpisce l’apparato respiratorio. Gli unici virus o parassiti teratogeni sono infatti quelli del gruppo TORCH, a cui non apparterrebbe quello originatosi in Cina. Ha inoltre aggiunto che non c’è bisogno di allarmismo.