Ancora dubbi sull’ora legale. Ogni anno la fine dell’ora legale porta con sé qualche fisiologico momento di confusione del nostro “orologio biologico”. Questo aspetto da molti anni preoccupa i professionisti del settore medico che, in alcuni casi, chiedono di rivalutare l’applicazione di questa legge. Alcuni ricorderanno forse la risoluzione dell’Unione Europea che vedeva diversi Stati contrari al mantenimento di questo sistema e decisi ad abolirlo per i propri territori. Ne sono un esempio Islanda, Armenia e Georgia. L’Italia invece lo applica ancora, nonostante quest’anno si pongano all’orizzonte alcune problematiche sul cambio dell’ora connesse alla questione energetica. Il caro bollette di fatto sarà senza dubbio influenzato dall’uso che le famiglie saranno chiamate a fare dell’energia. Vista la situazione attuale del prezzo della luce ci si chiede se spostare indietro le lancette (e dunque avere un’ora di luce in meno nel pomeriggio) sia davvero la scelta giusta sul fronte del risparmio economico. A sollevare la questione anche alcuni esperti che, sulla rivista Lancet Regional Heath Europe, hanno pubblicato un appello al Governo per chiedere di ritardare al 30 novembre il passaggio all’ora solare. Per capire meglio i motivi di questa ricetta vediamo come funziona il cambio di orario e quando dovremmo far scattare lancette indietro di un’ora.

Quando scatta l’ora solare? La data prevista

Anche quest’anno come ogni inverno si avvicina il momento del cambio di orario. Se infatti l’ora legale è in vigore per tutta la primavera, nella stagione fredda ci affidiamo all’orario solare. La cadenza nel mese di ottobre quest’anno è fissata nella notte tra sabato 29 e domenica 30 quando le lancette dell’orologio andranno spostate indietro dalle 3 alle 2 di notte. Questo passaggio comporterà l’aumento di un’ora di luce la mattina. Come sempre nessun problema per i dispositivi elettronici connessi a internet (come smartphone, tablet e PC) perché si aggiorneranno in automatico. Orologi, elettrodomestici e sveglie manuali tuttavia andranno tarati manualmente.

Abolire l’ora solare: il peso sul caro energia

Se da una parte siamo certi che torneremo all’orario solare a marzo 2023 dall’altra ci sono dei dubbi sull’entrata in vigore di quello legale. Il tema del cambio di orario è infatti tornato d’attualità dopo un appello della Società italiana di medicina ambientale. La Sima chiede infatti di adottare l’ora legale in modo permanente per risparmiare sull’energia. Nel suo ultimo intervento il presidente Alessandro Miani aveva infatti affermato che «eliminare il passaggio all’ora solare consentirebbe di guadagnare un’ora di luce e calore solare ogni giorno e, considerati gli attuali prezzi del gas, determinerebbe nel nostro Paese risparmi sui consumi di energia stimabili in circa 1 miliardo di euro solo nel primo biennio». È stato chiesto quindi un confronto con le istituzioni e in particolare con il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. La posizione dell’onorevole è però tacciata di scetticismo. Le sue parole sono state:
“(Con l’ora legale permanente) non sembra esserci un particolare vantaggio da un punto di vista energetico, perché quell’ora che si guadagna la sera, molto probabilmente la si perde la mattina dal momento che ci si sveglia col buio, quindi alla fine il vantaggio medio non è altissimo".
Una risposta che in vero non chiude le porte, ma che di certo lascia intendere le difficoltà che incontrerebbe l’avanzamento della proposta. Queste posizioni non hanno però scoraggiato la Società italiana di medicina ambientale che rilancia una proposta più conciliante tra le parti e chiede una temporanea sospensione. Questo porterebbe la data stabilita per il cambio dell’ora a slittare almeno fino al 30 novembre. La richiesta, corredata dalle argomentazioni del caso, è pubblicata sulla rivista Lancet Regional Heath Europe con il supporto Consumerismo No Profit e rappresentanti delle istituzioni, nonché da 58.000 sottoscrizioni di comuni cittadini.
Muovendo quest’ulteriore appello al governo ci si rifà a un provvedimento analogo a quello sperimentato negli USA nel 2007. In quell’occasione l’entrata in vigore dell’ora legale fu posticipata di 4 settimane e si documentò un effettivo risparmio energetico. Nel caso nostrano i firmatati dell’appello parlando di oltre 500 milioni di euro di margine sulla spesa nonché di un taglio alle emissioni climalteranti “per un totale di 200mila tonnellate di CO2 all’anno”, con ovvie conseguenze positive anche sulla salute umana. [sv slug="seguici"]
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