Sara Piffer, le ultime parole della ciclista travolta e uccisa a 19 anni
La giovane ciclista è stata travolta da un'auto durante un allenamento. La sua ultima frase al padre risuona come un monito: "Noi stiamo attenti, speriamo lo siano anche gli altri"
Venerdì 24 gennaio 2025, una giornata di allenamento sulle strade della Piana Rotaliana si è trasformata in tragedia. Sara Piffer, promessa del ciclismo trentino, è stata investita da un'auto a Mezzocorona mentre percorreva via Cesare Battisti in compagnia del fratello Christian.
Erano da poco partiti da Palù di Giovo, diretti verso le salite di Fai della Paganella. Intorno alle 11, una Volkswagen guidata da un uomo di 70 anni ha tentato un sorpasso azzardato, sfiorando Christian ma colpendo in pieno Sara. L'impatto è stato devastante: la giovane è stata sbalzata sull'asfalto con una violenza tale da spezzare il telaio della sua bici.
Nonostante l'intervento tempestivo dei soccorsi, inclusa un'équipe medica giunta in elicottero, per Sara non c'è stato nulla da fare.
Le indagini
La polizia locale della Rotaliana è al lavoro per ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente. Il conducente dell'auto ha dichiarato di aver visto i due ciclisti ma di aver ritenuto di avere abbastanza spazio per effettuare il sorpasso, che si è rivelato fatale. Il test alcolemico effettuato sull'automobilista è risultato negativo. La Procura di Trento, con il pm Davide Ognibene, sta valutando l'apertura di un'indagine per omicidio stradale.
Una carriera promettente
Sara Piffer era una giovane promessa del ciclismo italiano, con un curriculum già ricco di successi. Fin da bambina, ispirata dal mito del campione trentino Francesco Moser, aveva coltivato la passione per le due ruote.
Dopo gli inizi con la Velo Sport Mezzocorona, Sara aveva militato in diverse squadre prestigiose, distinguendosi sia su strada che in pista. Nel 2021 era stata vicecampionessa italiana nella Madison, mentre nel 2023 aveva rappresentato l'Italia ai Mondiali di Glasgow nella categoria under 18. Tra i suoi traguardi più recenti, la vittoria al Gran Premio Città di Corridonia e un secondo posto nella cronoscalata di Verla-Maso Roncador.
Oltre all'impegno sportivo, Sara studiava Finanza e Marketing e si dedicava alla promozione turistica del Trentino come ambasciatrice della sua terra.
Il cordoglio della comunità
La scomparsa di Sara ha lasciato un vuoto incolmabile nella comunità trentina e nel mondo del ciclismo. Numerosi i messaggi di cordoglio. La società U.S. Montecorona, dove Sara aveva iniziato a pedalare, ha scritto: "Ti abbiamo vista crescere e rimarrai sempre parte della nostra squadra."
Anche la sua attuale squadra, la Mendelspeck, ha ricordato Sara sui social: "Una ragazza speciale che lascia un vuoto immenso nei nostri cuori."
Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ha espresso vicinanza alla famiglia, definendo la morte di Sara una perdita immensa non solo per il ciclismo, ma per tutta la comunità.
Un ricordo indelebile
Sara Piffer lascia i genitori Lorenzo e Marianna, e i fratelli Gabriele, Christian e Loris. Le sue ultime parole al padre, "Noi stiamo sempre attenti, speriamo lo siano anche gli altri", risuonano oggi come un monito sulla sicurezza stradale e sull'importanza del rispetto reciproco tra automobilisti e ciclisti.
La sua passione, il suo talento e il suo sorriso resteranno per sempre nel cuore di chi l'ha conosciuta.