TORRE ANNUNZIATA. Campagne di prevenzione false su pazienti ignari. La Guardia di Finanza di Torre Annunziata e la sezione di polizia giudiziaria della Procura oplontina ha eseguito un sequestro di valori per oltre 209 mila euro nei confronti del Cmo (Centro medico polispecialistico oplontino) per truffa aggravata ai danni del sistema sanitario regionale (in particolare l'Asl NAPOLI 3 Sud), falso ideologico in atto pubblico e associazione per delinquere finalizzata alla commissione di tali truffe.
La truffa a Torre Annunziata
I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra il 2015 e il giugno del 2016. Dalle indagini e' emersa l'esistenza di un sistema fraudolento finalizzato ad ottenere un profitto illecito, in danno dell'Asl, pari a 209.000 euro, effettivamente erogati, nonche' di ulteriori 185.000 euro, la cui erogazione è bloccata.
La scoperta
La truffa consisteva nel simulare campagne di prevenzione per il rischio cardiovascolare e per il tumore al collo dell'utero. Si faceva leva tra l'altro sulla buona fede degli assistiti.
Ai pazienti infatti era anche assicurata la gratuita' degli esami e perfino la disponibilita' di un servizio di accompagnamento a mezzo navetta.
Era persino la prescrizione degli esami genetici mediante impegnative emesse in assenza della necessaria visita specialistica, indicando la prestazione come ''suggerita'' da ignari medici specialistici, dei quali, all'insaputa degli stessi, venivano riportati i relativi codici regionali.
Le indagini della Guardia di Finanza
Le indagini hanno consentito inoltre di accertare un altro tentativo di truffa ai danni del sistema sanitario regionale posto in essere fino a marzo 2017, con l'obiettivo di ottenere indebiti rimborsi dalla NAPOLI 3 Sud per circa 230 mila euro per prestazioni sanitarie ad "alto costo" (test genetici) relative a pazienti oncologiche, mediante l'omessa indicazione dei luoghi di effettivo prelievo dei campioni da analizzare e di concreta esecuzione degli esami.
Ben due le truffe a Torre Annunziata
Le analisi infatti avvenivano a Brindisi (i prelievi) e a Monaco di Baviera (gli esami) facendo invece risultare che le prestazioni erano eseguite in sede.
Un comportamente che viola oltrettutto le norme regionali che consentono il rimborso degli esami eseguiti in regime di accreditamento solo per l'effettuazione dell'intera prestazione al centro accreditato o autorizzato dalla Regione Campania. (ANSA)
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