Il "blue monday" è un fake: "Solo una trovata pubblicitaria che rende tristi da 20 anni"
Da fake news a fenomeno popolare: il lunedì più triste dell’anno è una leggenda che resiste nel tempo.
Oggi, terzo lunedì di gennaio, sarebbe il cosiddetto Blue Monday, ossia il giorno più triste dell’anno. Questa idea, ormai diventata parte della cultura pop, nasce vent’anni fa da uno “studio” di Cliff Arnall, professore di psicologia all’Università di Cardiff. Tuttavia, questa ricerca non era altro che una trovata pubblicitaria di Sky Travel, una compagnia di viaggi che suggeriva di prenotare vacanze per combattere la malinconia di gennaio.
La realtà? Nessuna base scientifica supporta questa teoria. Eppure, come spesso accade, una fake news ben confezionata ha avuto un successo sorprendente, diventando un appuntamento annuale che si ripresenta ogni gennaio.
Perché proprio “Blue”?
La scelta del colore blu non è casuale. Nel mondo anglosassone, il termine “feeling blue” è spesso associato alla tristezza e alla malinconia. Tuttavia, il blu è anche il colore della calma e del rilassamento, una contraddizione che rende ancora più curioso l’associazione tra il colore e il “giorno più triste dell’anno”.
La vera “tristezza” del Blue Monday
Il successo di questa leggenda risiede nella sua capacità di intercettare una sensazione universale: il ritorno alla routine dopo le vacanze. Gennaio rappresenta per molti un mese di ripartenza, con i suoi buoni propositi e il desiderio di cambiamento, ma anche con la consapevolezza di dover tornare a lavoro e affrontare il freddo invernale.
La verità? Non serve un Blue Monday per ricordarci che “lavorare stanca”, come diceva Pavese.
Una suggestione che resiste
Nonostante sia stato smascherato come uno stratagemma commerciale, il Blue Monday continua a godere di grande popolarità. È un esempio perfetto di come un’idea, anche infondata, possa radicarsi nella cultura collettiva.
D’altronde, come ci insegna la storia dell’arte, anche Picasso ha avuto il suo “periodo blu”. Ma, a differenza nostra, non era triste: era Picasso.
Serve davvero un Blue Monday?
Forse il Blue Monday non è altro che una scusa per riflettere sul nostro rapporto con il lavoro, il tempo e le aspettative. E se invece di lasciarci influenzare da una data fittizia, imparassimo a vivere gennaio – e ogni altro mese – con un po’ più di leggerezza?
Alla fine, il tempo è una convenzione: sta a noi scegliere come viverlo. E se non siamo Picasso, pazienza. Anche lui, probabilmente, aveva i suoi lunedì difficili.