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Chiara Ferragni

Il caso relativo alla campagna di vendita del pandoro "Pink Christmas", promosso da Chiara Ferragni in collaborazione con l'azienda dolciaria Balocco, sta suscitando un forte dibattito. Secondo quanto emerso da un'inchiesta della Guardia di Finanza di Milano, ci sarebbero accuse di truffa aggravata per pubblicità ingannevole. La questione ruota attorno all'uso della beneficenza come strumento promozionale, con i dipendenti di Balocco che denunciano come Chiara Ferragni abbia preso meriti che non le spettano, sfruttando il tema della beneficenza per aumentare le vendite, senza che la beneficenza stessa fosse realmente legata alle vendite del prodotto.

Le accuse dei dipendenti Balocco: "La beneficenza serve solo per finanziare il cachet di Ferragni"

Nel novembre 2022, una mail inviata da un dipendente di un'agenzia di comunicazione a una responsabile di Balocco denunciava il fatto che Chiara Ferragni stesse prendendo troppo merito per la campagna del pandoro "Pink Christmas". Secondo il dipendente, infatti, la beneficenza veniva utilizzata come un elemento di marketing, ma le vendite dei pandori servivano in realtà a pagare l’esorbitante cachet di Ferragni, piuttosto che a finanziare cause sociali come inizialmente dichiarato. Questo aspetto della campagna ha suscitato critiche all’interno dell’azienda, tanto che un’altra email interna, scritta dalla stessa responsabile, sottolineava: "le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante".

Beneficenza come strumento di marketing: la gestione della comunicazione

A quanto pare, la beneficenza sarebbe stata introdotta nella campagna "Pink Christmas" dopo un incontro con il team di Ferragni. Alcuni dipendenti di Balocco hanno testimoniato che, nonostante fosse stata proposta come un’azione filantropica, la beneficenza non era vincolata alle vendite. Inoltre, la cifra destinata alla causa sociale era fissa e non dipendeva da quanti pandori fossero stati venduti. Le decisioni sulla comunicazione della campagna venivano sempre prese dal team di Ferragni, il quale redigeva le risposte ufficiali per i consumatori, focalizzandosi sulla beneficenza come punto centrale della promozione.

La truffa aggravata e la pubblicità ingannevole: il processo a Chiara Ferragni

Chiara Ferragni, insieme ad altre persone coinvolte, tra cui l’ex collaboratore Fabio Damato e Alessandra Balocco, è ora sotto inchiesta per una presunta truffa aggravata legata alla pubblicità ingannevole sul pandoro e le uova di Pasqua. Secondo l’accusa, la promozione dei prodotti con l’uso della beneficenza avrebbe indotto i consumatori a credere che acquistando i dolci si stesse facendo una donazione a favore delle cause sociali sostenute. Tuttavia, come emerso dalle indagini, il messaggio di beneficenza non corrispondeva alla realtà della campagna, in cui la maggior parte delle vendite serviva a coprire i costi promozionali, inclusi i compensi di Ferragni.

La reazione del team di Ferragni e le indagini della Guardia di Finanza

Quando la Guardia di Finanza ha avviato l'inchiesta, alcuni membri del team di Ferragni avrebbero cercato di impedire che le indagini prendessero piede. Secondo quanto riportato, un messaggio WhatsApp inviato ai dipendenti delle società di Ferragni li esortava a non recarsi in ufficio per evitare interrogatori da parte delle autorità. Questo comportamento ha suscitato ulteriori sospetti riguardo alla gestione dell'inchiesta e ha contribuito a rendere più complicata la posizione legale degli imputati.

La posizione dei responsabili del marketing: confusione e disaccordi

All’interno delle aziende coinvolte, come la Ceralitalia, che ha prodotto le uova di Pasqua oggetto di indagine, ci sono stati disaccordi sulla campagna pubblicitaria e sulla comunicazione legata alla beneficenza. Come emerso in una mail inviata nel 2022, il responsabile marketing di Ceralitalia ha criticato la formulazione del comunicato promozionale, giudicandolo ingannevole per i consumatori. In particolare, si faceva intendere che l’acquisto delle uova di Pasqua avrebbe automaticamente generato un sostegno diretto alla causa dei Bambini delle Fate, senza che fosse effettivamente così.

Conclusioni: un caso che potrebbe avere ripercussioni legali

Le indagini sulla campagna "Pink Christmas" e sul coinvolgimento di Chiara Ferragni e delle altre persone accusate sono ancora in corso. Il processo, che si svolgerà a settembre, vedrà coinvolti diversi imputati, tra cui la stessa Ferragni, che dovrà rispondere delle accuse di truffa aggravata per pubblicità ingannevole. Il caso ha suscitato molta attenzione mediatica, poiché solleva dubbi sull'uso del tema della beneficenza come strumento di marketing e sulle implicazioni legali di queste pratiche commerciali.

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