C'E' POSTA PER TE. Quando Maria si mette in testa una cosa, non ce n'è per nessuno. Una storia, quella di Alessandro e la mamma, andata in onda ieri sera a C'è Posta per te su canale cinque, che ha fatto parecchio discutere.

La domanda sul quale forse bisognerebbe riflettere è: "Una mamma, è pur sempre una donna?"

Per Alessandro, il figlio forse no. Tanto da punirla da ben dieci anni perché colpevole di essersi fatta una vita e aver lasciato il marito.

Non vuole essere retorica e nemmeno la solita litania. Ma è mai possibile che alla soglia dei quasi tre mila, una mamma non può essere anche una donna? Con i suoi pro e contro, con le sue paure e la sua forza e/o semplicemente la voglia di vivere? A modo suo? Un amore e/o una vita come lei vuole?

E non vuole essere nemmeno il solito discorso "femminista" delle donne messe all'angolo. Ma davvero è così difficile concepire che la vita è una e una soltanto? Che oggi ci sei, domani non lo sai... E che un bene così prezioso va "onorato" fino in fondo facendo ciò che ci fa stare meglio?

Lasciare i propri figli per scappare con un altro uomo non è giustificabile e comunque non lo condivido (non lascerei mai mio figlio, la massimo lo porterei via con me), ma il punto cruciale che non è solo una mamma, è una donna, un essere umano che ha diritto ad essere felice o quanto meno a essere serena.

Ciò che non mi fa condannare quella donna, non è solo e soltanto il fatto che è una donna e che magari se l'avesse fatto il marito, sarebbe stato più "normale" agli occhi di noi italiani (perché non nascondiamoci dietro al dito, ma il sentir comune la pensa così), piuttosto la consapevolezza che non si può condannare un gesto, un fatto, una persona se non si ha mai vissuto quel suo stesso problema.

E chi siamo noi per giudicarla? Soprattutto se non sappiamo e non conosciamo ciò che lei ha provato e cosa l'ha spinta a compiere quel gesto?

E tu, caro Alessandro o qualunque altro figlio di una mamma andata via, è vero ci ha sofferto, ma che ne sai della sua sofferenza e soprattutto come puoi pensare di punirla solo perchè ha scelto di cambiare la propria via che fino a quel momento magari le stava stretta?

Ci vuole più coraggio ad andare via e ad essere additata come una tremenda madre che a restare e a far finta che tutto va bene, facendo vivere i propri figli nella menzogna e in un clima di malessere. Di questo ne sono più che convinta: andare via quando le cose si mettono male non è sempre sinonimo di codardia e mancanza di responsabilità. Anzi a volte è proprio l'opposto perchè provare a essere felici e a vivere la propria vita secondo i propri canoni dinanzi ad una società che ci vuole tutti allo stesso modo, è la cosa più difficile da fare.

A chiamare Alessandro a C'è Posta per te, la madre e il fratello Salvatore

Le parole di una madre che elemosina affetto o solo un minimo di conoscenza dal figlio:

"Ti prego, ho sbagliato ad andare via ma adesso dopo dieci anni possiamo tornare a sentirci?"

Queste e solo queste dovrebbero far riflettere. Soprattutto se c'è dall'altre parte un Alessandro irremovibile: "Io posso perdonare tutto, ma non il tradimento. Lei ha tradito tutti, mio padre e i suoi figli", ha affermato Alessandro.

Alla fine grazie a Maria quella busta si è aperta:

La De Filippi con opera di persuasione poi è riuscita a convincere il ragazzo a concedere una telefonata alla madre: "Non ti sembrano tanti dieci anni di punizione? Cosa deve fare quella donna?”

Ecco magari si dovrebbe riflettere su quest'ultima frase.

Quanti figli Alessandro ci sono? Quanti di noi siamo come Alessandro? E soprattutto, se fosse stato il padre ad andare via, avrebbe reagito allo stesso modo? Avrebbe punito anche lui per dieci anni? Ognuno fa le propri scelte e ognuno si becca poi le proprie conseguenze, ma troppo spesso ci si dimentica che in fondo siamo tutti umani, possibili naufraghi, su una barca in bilico tra mare in tempesta, sole rovente e venti freddi, chiamata vita.

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