Il fatto

La campanella è stata solo virtuale, anche se gli studenti avrebbero voluto sentire ancora una volta quel suono amato e odiato allo stesso tempo. Ben 37.614 i maturandi a Napoli. «C’è stata una grande serenità - spiega il direttore scolastico regionale Luisa Franzese gli esami, anche se la prova era nuova per tutti, si sono svolti in maniera regolare ovunque». Galeotta è stata una festa per i 18 anni di un ragazzo. Tanti amici, si è svolta all’aperto intorno al 6 giugno. Molti gli studenti del Labriola (sede principale Fuorigrotta, succursale nell’area nord) presenti. Non un festone con decine di invitati, ma rispettando le regole. Una serata tranquilla. Qualche giorno dopo uno degli invitati, è un maturando, non si sente bene, tosse, febbre. «Ma non è che ho il Covid?» - si è chiesto. I genitori contattano il medico di famiglia. Poi la pretesa di effettuare il tampone (si è recato al Cotugno) uscito positivo.

Unico positivo

Ed è l’unico, gli altri compagni di classe che non sono comunque mai andati a scuola sono risultati tutti negativi al test. «L’esame - fanno sapere dall’ufficio scolastico regionale - sarà garantito a tutti, viene solo differito, e comunque chi è negativo lo può fare secondo il calendario degli esami». L’alunno positivo ci tiene a farlo in presenza, ci tiene moltissimo. Ragazzo serio, studente brillante, impegnato anche negli organi collegiali. Al Labriola non c’è stata alcuna attività ispettiva da parte dell’Ufficio scolastico regionale, non era necessaria. Maturità 2020 diventa un logo ricamato su una mascherina. Sì perché l’anno scolastico per questi studenti che sono tornati ieri in classe per l’esame conclusivo dopo cento giorni, resterà nella storia dell’emergenza sanitaria per il Covid-19. E allora vale la pena ricordarlo mettendo il nome su una mascherina come ha fatto una ragazza del Pagano, o indossando un braccialetto sempre con la stessa scritta: Maturità 2020. Auto dichiarazione in mano, documento, un genitore al proprio fianco o un fratello o una sorella. E poi via nella classe con i banchi distanziati di due metri, i prof con la mascherina, l’Ipad di supporto in caso di bisogno.

L'organizzazione

Ed anche una bottiglietta d’acqua messa a disposizione della scuola. Niente vocabolari sotto il braccio, solo una penna in tasca in caso di bisogno. Al Mercalli, prestigioso liceo scientifico di Napoli, il primo candidato accompagnato dai genitori si è presentato di buon mattino. Alle 7.45 Alfonso Lombardi, sezione L, già era pronta. Emozionato, preoccupato per essere il primo a rompere il ghiaccio di questo esame tutto strano, in presenza, sì, ma dopo tanti mesi di assenza. La note prima dell’esame non l’ha passata a San Martino, ha festeggiato prima con i suoi compagni. Poi lunedì la doccia fredda di essere il primo a dover sostenere la prova. «Certo gli altri anni - racconta - dopo gli scritti passava una settimana prima dell’orale, questione di abitudine, ma alla fine va bene così». Alfonso entra con la madre. Nell’aula può esserci solo un accompagnatore. Alle 8.30 inizia la prova, alle 9.30 è già fuori. «Forse alla fine è stato meglio - spiega - essere il primo, mi hanno messo a mio agio, è andata bene, l’ora è volata via forse perché non ho mai smesso di parlare». E ora? «Ora - spiega - mi iscrivo a economia». Tra i commissari che l’hanno esaminato, un membro interno era a casa con la febbre ma si è ovviato al problema con un collegamento a distanza. «E la prof - aggiunge Alfonso - è intervenuta spesso come se fosse in aula, l’importante è che sia andata e che sia potuto tornare a scuola».

La foto

Foto di gruppo, tutti in mascherina, al Pagano, il ritrovarsi è un momento di gioia. Il contatto che mancava anche se da tempo è finito il periodo di clausura, ma trovarsi a scuola è un’altra cosa. Tiziana ed Erica sono emozionate, preferiscono non rivelare i cognomi, sono le prime a essere interrogate. «Che ansia - sbotta una delle due - abbiamo passato la serata a San Martino, non è stanchezza ma è emozione per il ritorno, per l’esame chissà, siamo le prime a dover entrare in due classi diverse». Stesso clima di gioia ma anche di tensione per l’esame al liceo Umberto. Spiega Valentina Scala, sezione H: «Mi è mancato tutto durante la chiusura, gli amici, l’ansia per le interrogazioni, i nostri riti, la colazione prima di entrare a scuola, la nostra normale vita da studenti che oggi si chiude qui con l’esame, un ritorno anche se per poco in classe resta comunque una grande gioia, perché la lezione a distanza non è la stessa cosa». (Leggo) Leggi anche: Maturità, la prova di Nadia in collegamento dal Cardarelli, dove è ricoverata. Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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