Davide Carbisiero, la fuga del killer con l’arma in mano: le riprese delle telecamere
Il video diffuso da Atellanews mostra il 17enne mentre fugge dalla sala slot dopo il colpo mortale. Restano in carcere: “Non volevo ucciderlo”. Domani i funerali del giovane a Succivo

Sono immagini agghiaccianti quelle riprese dalle telecamere di videosorveglianza del Comune di Cesa, che hanno documentato gli istanti immediatamente successivi all’omicidio di Davide Carbisiero, il ragazzo di 19 anni ucciso con un colpo di pistola all’alba di domenica 13 aprile. Il video, della durata di 14 secondi e pubblicato dal sito Atellanews, mostra Francesco F., 17 anni, mentre si dà alla fuga lungo via Enrico Berlinguer, prima di svoltare rapidamente in via Vico, con ancora l’arma in mano.
È domenica mattina, sono le 6:59. Il ragazzo, con maglietta nera e pantaloni grigi, si guarda attorno nervosamente e poi scappa via. Il frame, breve ma potentissimo, conferma le ricostruzioni degli inquirenti e lascia pochi dubbi sulla dinamica dei fatti.
Il delitto all’interno della sala slot “Real Beautiful” di Cesa
La tragedia è avvenuta all’interno della sala slot “Real Beautiful” di Cesa, poco prima delle 5 del mattino. Secondo quanto emerso dalle indagini, Francesco avrebbe estratto una pistola e mostrato l’arma a Davide, suo amico d’infanzia, ma durante questo gesto è partito un colpo accidentale che ha colpito al petto il 19enne, uccidendolo sul colpo.
Dopo lo sparo, Francesco è fuggito, come documentano le immagini, per poi nascondere l’arma in un casolare abbandonato, non lontano dalla scena del crimine. Solo più tardi, si è costituito spontaneamente ai carabinieri del Gruppo di Aversa, indicando anche il luogo dove aveva occultato la pistola.
Fermato e interrogato, il 17enne resta in carcere
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i Minorenni di Napoli ha convalidato il fermo del ragazzo, che resterà presso l’Istituto penale minorile di Napoli. Difeso dall’avvocato Stefania D’Onofrio, Francesco ha confermato in sede d’interrogatorio la versione già fornita ai militari: “Non volevo ammazzarlo. Volevo solo mostrargli la pistola”.
Durante l’udienza, il minore ha ribadito il legame di amicizia che lo univa a Davide: «Siamo cresciuti insieme, ci volevamo bene. Non c’era nessuna intenzione di far male». Parole che non cancellano l’orrore di quanto accaduto, ma che delineano un contesto tragicamente adolescenziale fatto di imprudenza, incoscienza e violenza.
Domani i funerali di Davide: l’addio al “gigante buono” di Succivo
Intanto, la comunità di Succivo si prepara a dare l’ultimo saluto a Davide Carbisiero, conosciuto da tutti come “Daddà”. I funerali si terranno giovedì 17 aprile alle 14.30, presso la Chiesa della Trasfigurazione. Si prevede una grande partecipazione, con la presenza di amici, parenti, compagni di scuola e semplici conoscenti, tutti sconvolti da una morte tanto improvvisa quanto assurda.
L’amministrazione comunale ha espresso il proprio cordoglio e starebbe valutando l’ipotesi di proclamare il lutto cittadino per onorare la memoria del giovane, molto amato in paese.
Una tragedia che scuote: giovani, armi e un futuro spezzato
Il caso Carbisiero ha acceso nuovamente i riflettori su un dramma sociale sempre più diffuso: l’accesso alle armi da parte dei minori. Come è possibile che un 17enne giri armato? Come mai una pistola arriva nelle mani di due adolescenti? Gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire la provenienza dell’arma e accertare eventuali responsabilità di terzi.
La tragedia di Succivo e Cesa è il ritratto di una generazione fragile, spesso lasciata sola, in balia di modelli distorti e pericolosi. In pochi secondi, una vita è stata spezzata e un’altra è andata distrutta, trascinando con sé due famiglie e un’intera comunità nel baratro del dolore.