Movida violenta a Milano
A Milano la scorsa notte la movida è stata incontrollabile. A commentare sono i residenti del condominio di Garibaldi 104: «È l’ennesimo episodio grave e totalmente trascurato dalle pubbliche autorità da queste parti. Da oggi la nostra battaglia continua in tribunale».
Il sindaco Beppe Sala
La rissa furibonda dell’altra notte è scoppiata l’indomani della decisione del sindaco Beppe Sala di riaccendere il semaforo verde all’alcol d’asporto, dopo aver promosso i comportamenti dei giovani nel test di inizio Fase 2. Luca Hu da anni gestisce in Garibaldi, a pochi metri dallo scontro, Chinese Box. Aveva riaperto lunedì: «Fino a qualche anno fa insieme al Radetzky ci dividevamo il compito di tenere l’ordine davanti ai locali. Fa parte del lavoro del barista, quello di evitare di servire da bere quando la situazione sembra fuori controllo. Ma ormai qui c’è un locale dietro l’altro: basta ordinare un paio di metri dopo», racconta. Eccolo il problema, prima ancora dell’assembramento delle persone, c’è da gestire quello dei locali. «Nei giorni prima di aprire studiavo la situazione dietro ai vetri del mio locale: da un lato noto le paure dei ragazzi, dall’altra vedo come al secondo gin-tonic le tensioni e quindi le precauzioni siano dimenticate. Come se i ragazzi avessero bisogno di dimenticare questi mesi. Puoi mettere i tavoli distanti ma dopo un po’ la gente tende ad incollarsi».
I quartieri della movida
Un altro fronte aperto di gestione della movida è quello del quadrilatero del Lazzaretto, a Porta Venezia, dove da qualche settimana Marco Cagnolati, consigliere forzista di zona 3 pubblica foto di giovani assembrati in via Lecco: «Nonostante le continue segnalazione dei residenti, la situazione si ripete, mettendo a rischio la salute di tutti», attacca. Una battaglia che si combatte a suon di foto (dall’alto), smentite però dai gestori di Mono, il locale nel mirino per la sua folla all’esterno, che sostiene siano foto pre-lockdown. «Il problema, di cui noi stessi siamo vittime, è che molta gente viene qui perché lo considera un luogo di aggregazione. C’è chi non consuma nemmeno o si compra da bere al mini-market dietro l’angolo. Mandino delle pattuglie, io non posso prendermi randellate in testa da quelli che non sono nemmeno miei clienti», spiega Davide Rossi.
Non è la prima volta
Un problema che riesplode nella seconda o terza serata. Dopo mezzanotte. E torna così attuale la polemica sollevata dai gestori delle discoteche, ancora chiusi per le normativa anti-Covid. Quando dicevano che molti ragazzi avrebbero fatto notte ubriacandosi incontrollati davanti ai bar, mentre all’interno dei locali sarebbero stati marcati dalla security. «Noi gestori stiamo facendo sforzi per mettere in sicurezza la clientela e mediamente lavoriamo con incassi dimezzati», continua Fabio Acampora di Living, che affaccia su un altro grande teatro della movida, l’Arco della Pace. «Con la cancellazione del divieto di asporto la piazza è tornata a riempirsi, anche se vedo gente più consapevole». È la preoccupazione a tenere alta la soglia. È d’accordo Santiago Follonier che gestisce il Deus all’Isola. «La gente ha preso la botta e mi sembra più prudente. Resta il problema di trovare un equilibrio nel weekend, quando arrivano in tanti da fuori città», dice. La tocca invece durissima l’assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato: «La movida di Milano è ormai fuori controllo, serve ripristinare i presidi dei militari come anni fa».
Una soluzione che però suonerebbe come un autogol o la peggiore delle ammissioni di colpa per una città che in questo momento ha un dannato, per quanto difficile e delicato, bisogno di guardare e guardarsi avanti. Fonte: ilCorrieredellasera
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