Condannati a venti anni ci carcere. Sonoarrivati a bordo della Sea Watch insieme a Carola Rackete. La capitana dell’imbarcazione che nel 2019 speronò una motovedetta della Guardia di Finanza. E sbarcò senza permesso al porto di Lampedusa dopo un tira e molla di giorni con il Viminale. Lo ha deciso il gup di Messina. Alcuni immigrati sbarcati dalla Alex & co di Mediterranea li hanno riconosciuti come torturatori nei centri di detenzione libici.
Torturatori nella nave di Carola Rackete
Sono
Mohamed Condè, detto Suarez, 22 anni della Guinea. L’egiziano
Hameda Ahmed, 26 anni. E
Mahmoud Ashuia, anche lui egiziano, 24 anni. Erano stati fermati il 16 settembre dello scorso anno all’hotspot di Messina. Con l’accusa di torture, violenza sessuale, associazione a delinquere, tratta di esseri umani. E omicidio. Sia il ministero dell’Interno che la Polizia avevano omessa un “piccolo” particolare: i tre sono arrivati in Italia a bordo della nave della comandante tedesca. La notizia bomba è stata diffusa in esclusiva dal
Giornale.
Emergenza all’hotspot di Lampedusa
Intanto, proseguono senza sosta gli sbarchi di immigrati. Sono più di 180 le persone arrivate negli ultimi giorni a Lampedusa. L’hotspot dell’isola è stracolmo. Dopo gli arrivi delle settimane scorse dalla Tunisia, sono ripresi quelli dalla Libia. «Ci dicono che scappano dal Covid – racconta un operatore delle forze dell’ordine- e che vengono in Italia perché sono venuti a conoscenza che ora possono essere regolarizzati e che possono trovare un lavoro». E’ il “capolavoro” del ministro Bellanova, la di sanatoria per 800mila clandestini. Con la scusa di combattere il capolarato. Un provvedimento che ha sollevato le proteste del centrodestra. Fonte: Secolo d'Italia
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