Matteo Messina Denaro operato di emorroidi e per un’ernia: proseguono le indagini
Il boss Matteo Messina Denaro, deceduto nel 2023, ha usufruito di cure mediche sotto falso nome grazie a una rete di complicità e omertà. Ancora in corso le indagini sulla sua lunga trafila sanitaria.
Durante la sua trentennale latitanza, Matteo Messina Denaro ha sfruttato falsi documenti e la complicità di medici per sottoporsi a interventi chirurgici. Il boss mafioso si è fatto curare in varie strutture sanitarie, inclusa la clinica La Maddalena di Palermo, utilizzando l’identità del geometra Andrea Bonafede. Questa rete di omertà e connivenza, che lo ha protetto per decenni, continua a essere oggetto di indagine da parte delle autorità.
Le operazioni sotto falso nome
Le strutture coinvolte
Matteo Messina Denaro è stato sottoposto a vari interventi chirurgici durante la latitanza. Oltre all’operazione agli occhi in Spagna, il boss è stato curato in Italia presso:
- Ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo: uno dei primi interventi chirurgici eseguiti.
- Clinica La Maddalena di Palermo: qui, spacciandosi per Andrea Bonafede, è stato operato per un tumore.
Questi interventi furono resi possibili grazie a certificati medici rilasciati dal dottor Alfonso Tumbarello, attualmente sotto processo per il suo ruolo nella vicenda.
Una lunga trafila sanitaria
Le cure ricevute dal boss comprendono anche interventi minori, tra cui operazioni per emorroidi e un’ernia. Tuttavia, nessun medico coinvolto in queste procedure ha denunciato la vera identità del paziente alle autorità, evidenziando un clima di omertà che ha facilitato la latitanza del capomafia.
L’omertà che protegge
Le parole del PM
"L’omertà lo protegge da vivo e da morto", ha dichiarato il pubblico ministero Gianluca De Leo durante la requisitoria al processo contro Alfonso Tumbarello. Questa frase sintetizza il contesto di complicità e silenzio che ha permesso al boss di eludere la giustizia per così tanto tempo.
Il ruolo del medico Alfonso Tumbarello
Il dottor Tumbarello, medico di base di Messina Denaro, è accusato di aver falsificato certificati medici che consentivano al boss di accedere a cure mediche sotto falso nome. Il suo coinvolgimento è uno dei punti centrali delle indagini in corso.
La morte e l’eredità del boss
La fine della latitanza e il decesso
Matteo Messina Denaro è morto il 25 settembre 2023, all’età di 61 anni, in una stanza di massima sicurezza nel reparto detenuti dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Affetto da un tumore al colon, il boss aveva vissuto gli ultimi anni della sua vita sotto stretta sorveglianza.
Sepoltura e indagini in corso
Due giorni dopo la sua morte, Messina Denaro è stato sepolto in forma privata nel cimitero di Castelvetrano. Tuttavia, le indagini sulle sue cure mediche e sulla rete di supporto che gli ha permesso di sfuggire alla giustizia continuano, portando alla luce nuovi dettagli sul sistema di protezione che lo ha sostenuto.
La storia di Matteo Messina Denaro evidenzia non solo la complessità della sua rete di protezione, ma anche il ruolo della connivenza e dell’omertà nella sua lunga latitanza. Mentre le autorità continuano a indagare, il caso rappresenta un monito su come le istituzioni e la società debbano affrontare con determinazione queste dinamiche di complicità.