Filippo Turetta, gli ultimi messaggi a Giulia Cecchettin prima di ammazzarla
Un'escalation di violenza culminata in un femminicidio che ha sconvolto l'Italia. La condanna all'ergastolo e il dramma di una giovane vita spezzata: «Mi stai uccidendo, è terribile che non mi aiuti a vivere»
Filippo Turetta, 23 anni, è stato condannato all'ergastolo per il femminicidio di Giulia Cecchettin, 22 anni, avvenuto l’11 novembre 2023. Gli ultimi messaggi inviati dal giovane alla ex fidanzata rivelano un comportamento ossessivo.
«È terribile che non mi aiuti a vivere, per favore», scriveva Turetta a Giulia pochi giorni prima del delitto. Lamentandosi continuamente, Filippo assumeva il ruolo della vittima, accusando Giulia di trascurarlo e "ucciderlo" emotivamente. Il 6 novembre, ad esempio, reagì con rabbia al mancato augurio della buonanotte: «Mi stai proprio cancellando. Mi stai uccidendo così, togliendo tutto l'aiuto che mi davi».
Il rapporto tra Giulia e Filippo
Giulia Cecchettin, nata a Padova il 5 maggio 2001, era una brillante studentessa di ingegneria biomedica, prossima alla laurea. Durante gli studi aveva iniziato una relazione con Filippo, suo collega di corso. La storia, durata circa un anno, si era conclusa nell'agosto 2023.
Nonostante la rottura, i due avevano mantenuto contatti sporadici. Filippo mostrava segni di ossessione: confessava di sentirsi depresso e minacciava gesti estremi, suscitando in Giulia un senso di responsabilità misto a timore.
Il giorno del femminicidio
L’11 novembre 2023, Giulia, dopo aver inviato la versione finale della sua tesi alla docente relatrice, uscì di casa con Filippo per acquistare scarpe per la laurea. Dopo la cena, la coppia fu vista ripartire insieme, ma Giulia non fece più ritorno.
Un testimone riferì di aver assistito a un violento litigio in un parcheggio di Vigonovo. Giulia gridava aiuto, ma i Carabinieri, impegnati in altre emergenze, non intervennero.
La fuga e il ritrovamento del corpo
Le indagini ricostruirono il percorso dell’auto di Turetta, monitorata dalle telecamere mentre attraversava Veneto, Friuli, Austria e Germania. Filmati decisivi mostravano Turetta colpire Giulia e caricarla esanime nel bagagliaio della sua Fiat Grande Punto.
Il 18 novembre, una squadra cinofila trovò il corpo di Giulia in un anfratto boschivo a Piancavallo, nascosto in sacchi di plastica. Le autopsie rilevarono 75 coltellate alla testa e al collo, confermando la morte per dissanguamento.
L’arresto e la condanna
Turetta fu arrestato in Germania il 18 novembre 2023, fermo sulla corsia d’emergenza dell’autostrada A9 dopo aver finito la benzina. Estradato in Italia, il 25 novembre fu trasferito nel carcere di Verona.
Il 3 dicembre 2024, la Corte d’Assise di Venezia lo condannò all’ergastolo per omicidio premeditato. Nonostante l’assoluzione per stalking e il mancato riconoscimento dell’aggravante della crudeltà, la premeditazione e l’assenza di attenuanti generiche furono determinanti per il verdetto.
Il ricordo di Giulia
Giulia Cecchettin era una giovane piena di vita e di sogni, amata da chiunque la conoscesse. La sua tragica morte è diventata un simbolo della lotta contro la violenza di genere, un grido affinché nessun’altra donna debba subire la stessa sorte.
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