Le Vele di Scampia
Le Vele di Scampia

Una ferma opposizione al modello Caivano. È questa la posizione dei cittadini del popolo delle Vele di Scampia, che hanno alzato la voce in risposta alle dichiarazioni della premier Giorgia Meloni, la quale ha proposto di esportare il modello Caivano in altri quartieri popolari d'Italia. La replica arriva decisa da Omero Benfenati, portavoce del Comitato Vele, che ha affermato: "A Scampia la Meloni non ha meriti. Il modello Caivano significa militarizzazione, mentre qui è stato avviato un processo dal basso, durato oltre quarant'anni". Benfenati sottolinea il lungo impegno delle famiglie locali, che hanno contribuito a cambiare la visione dei governi e hanno portato alla realizzazione di un polo universitario nel quartiere. Le famiglie che una volta vivevano nelle Vele ora risiedono in abitazioni dignitose, frutto di un impegno collettivo che ha radici profonde.

Scampia e il riscatto dal basso: il modello alternativo proposto

Il messaggio che proviene da Scampia è chiaro: si vuole promuovere un modello Scampia alternativo a quello del Parco Verde di Caivano. Rosario Caldore, altro membro del Comitato Vele, ha aggiunto: "Vorrei invitare la premier a farci visita. Il quartiere non è più quello del 2000. Ci siamo riscattati in tutto e lo abbiamo fatto con le nostre forze. Non solo per le case, ma anche per il lavoro". Caldore fa riferimento a una lunga vertenza che dura da otto anni e che sta per concludersi con risultati concreti. Questo approccio non prevede la militarizzazione dei territori, ma l'attivazione di progetti sostenibili e partecipativi che partono dalle necessità e dai desideri della comunità.

Il gemellaggio con Quarticciolo di Roma: unire le forze per il cambiamento

Oltre a Scampia, anche il quartiere Quarticciolo di Roma è stato protagonista dell'incontro che ha avuto luogo oggi presso il Cantiere 167. Il quartiere romano è stato individuato da Giorgia Meloni come uno dei luoghi dove applicare il decreto Caivano. Tuttavia, le attiviste di Quarticciolo Ribelle, come Alessandra Pontoriero, si sono dichiarate contrari: "Non ci convince, perché è un provvedimento di emergenza, mentre i quartieri popolari necessitano di interventi strutturali". Pontoriero sottolinea che le periferie italiane condividono problematiche simili, come l'abbandono istituzionale, ma sono anche territori vivaci dove gruppi e comunità locali lottano quotidianamente per progetti alternativi che possano migliorare la qualità della vita senza ricorrere alla militarizzazione.

Prossimi passi: un corteo regionale per il modello dal basso

In risposta a queste criticità e alla crescente preoccupazione riguardo al decreto Sicurezza in fase di approvazione, il popolo delle Vele ha annunciato un'importante assemblea che si terrà il 1 febbraio presso il polo universitario di Scampia. L'assemblea avrà l'obiettivo di organizzare un corteo regionale che promuova il modello di intervento dal basso e che si opponga al decreto Caivano, rivendicando il diritto delle periferie di essere gestite in maniera autonoma e partecipativa, lontano da soluzioni di tipo emergenziale e securitario.

La mobilitazione continua con l'intento di portare avanti un cambiamento duraturo che parta direttamente dalle persone che vivono e conoscono il proprio territorio.

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