Peppino Fappani, sopravvissuto allo squalo: «Gianluca chiedeva aiuto, mi sono tuffato»
Odontotecnico in pensione, che ha rischiato la vita per salvare uno sconosciuto attaccato da uno squalo tigre nelle acque di Marsa Alam. Un gesto eroico che ha sconvolto una tranquilla vacanza
Peppino Fappani, 69 anni, si trovava in vacanza a Marsa Alam, in Egitto, per godersi qualche giorno di relax quando la sua vita è stata stravolta da un drammatico evento. «Non conoscevo Gianluca Di Gioia, ma l’ho sentito gridare aiuto in italiano e ho pensato che fosse in difficoltà. Mi sono tuffato senza pensarci», racconta Fappani.
Quello che inizialmente sembrava un normale incidente in acqua si è rivelato un attacco mortale da parte di uno squalo tigre. Gianluca Di Gioia, diplomatico dell’Unione Europea, era già stato assalito dal predatore, e Peppino, ignaro del pericolo imminente, ha cercato di avvicinarsi per soccorrerlo.
Il terribile attacco dello squalo tigre
Appena entrato in acqua, Peppino è stato colpito dallo stesso squalo. «Mi ha azzannato alle gambe, non voleva mollare la presa», racconta l’uomo, ancora sotto shock per l’accaduto. Nonostante i morsi violenti e il dolore lancinante, Peppino ha cercato con tutte le forze di liberarsi, lottando a mani nude contro l’animale.
Grazie all’intervento tempestivo di alcuni soccorritori egiziani a bordo di un gommone, lo squalo è stato allontanato e Peppino portato in salvo. «Non ho fatto in tempo a salvare Gianluca, lo squalo lo aveva già aggredito. Pensavo di poter fare qualcosa, ma era troppo tardi», ha detto con amarezza.
Il racconto di Peppino: «Non ho visto lo squalo, è stato improvviso»
Al telefono con sua figlia Cristina, Peppino ha descritto quegli attimi concitati: «Non ho visto lo squalo arrivare, non c’era nemmeno un’ombra. Ho fatto qualche bracciata verso l’uomo che chiedeva aiuto, ma all’improvviso ho sentito un colpo violento alla caviglia destra, poi alla sinistra. Solo allora ho capito che mi aveva attaccato».
Nonostante le ferite profonde alle gambe e al braccio, Peppino è riuscito a sopravvivere, dimostrando un incredibile coraggio.
Le condizioni di salute di Peppino Fappani
Dopo l’attacco, Peppino è stato ricoverato d’urgenza nell’ospedale di Port Ghalib. Ora è fuori pericolo, ma porta ancora i segni fisici e psicologici dell’accaduto. «Sto bene, mi hanno detto che entro 24 ore potrò essere dimesso», ha rassicurato la figlia Cristina.
La comunità di Soncino, paese d’origine di Peppino, si è stretta intorno a lui. Il sindaco Giuseppe Gallina lo ha definito «un eroe» per il suo gesto altruista. Tuttavia, il trauma vissuto potrebbe influenzare il suo amore per il mare. «Adoro lo snorkeling, ma ci vorrà tempo prima di tornare in acqua», ha confidato.
Un desiderio di normalità dopo il dramma
Ora, l’unico desiderio di Peppino è tornare a casa e lasciarsi alle spalle questa tragica esperienza. «È stata un’esperienza terribile, ma sono grato di essere vivo», ha detto. Il suo gesto rimarrà un esempio di altruismo e coraggio, anche se non è riuscito a salvare la vita di Gianluca Di Gioia.
La storia di Peppino Fappani non è solo un racconto di sopravvivenza, ma anche una testimonianza di come un gesto di altruismo possa mettere in luce il meglio dell’umanità, anche di fronte a una tragedia. Il suo coraggio merita di essere ricordato.