Omicidio Emanuele Tufano, rilasciato il 15enne fermato: aveva già accoltellato
Il giovane sarebbe stato identificato grazie ad una delle telecamere di videosorveglianza che hanno immortalato il raid costato la vita al ragazzo del Rione Sanità
Il tragico omicidio di Emanuele Tufano continua a tenere banco nelle cronache italiane, con nuovi sviluppi legati all’interrogatorio di un ragazzo di soli 15 anni, sospettato di essere coinvolto nell’agguato che ha portato alla morte del giovane Tufano.
Il ragazzo, fermato e interrogato dagli agenti della sezione Omicidi della squadra mobile di Napoli, è stato rilasciato nelle ultime ore, nonostante gravi sospetti siano stati sollevati nei suoi confronti grazie a riprese di telecamere di videosorveglianza che avrebbero registrato il momento dell'aggressione.
L'interrogatorio del 15enne e la sua liberazione: dettagli dell'inchiesta
Durante un lungo interrogatorio notturno, condotto dagli investigatori e coordinato dal dirigente Giovanni Leuci e dal vicequestore Luigi Vissicchio, il giovane è stato ascoltato in merito agli eventi che hanno portato alla morte di Tufano. La Procura di Napoli, in collaborazione con la Procura dei minori, ha messo insieme la sua testimonianza con quelle di altri giovani già sospettati e ascoltati nel corso delle indagini.
Nonostante i sospetti sul suo coinvolgimento e l'identificazione resa possibile dalle riprese, al momento non sono stati emessi provvedimenti di fermo per il 15enne, poiché le versioni fornite dai testimoni e le prove disponibili sono ancora al vaglio degli inquirenti. La ricostruzione più accreditata dell’incidente suggerisce che si tratti di un incontro organizzato come una trappola, degenerato poi in una rissa mortale per Tufano, giovane originario del quartiere Sanità.
Il passato violento del sospettato: precedenti e il coinvolgimento nella "paranza" di piazza Mercato
Il 15enne rilasciato dopo l'interrogatorio non è nuovo a episodi di violenza. Secondo quanto emerso dalle indagini, il giovane era già stato coinvolto in un precedente accoltellamento, ai danni di un cittadino bengalese l’anno scorso. Tale episodio, avvenuto nella stessa zona di piazza Mercato, lo collega a una cosiddetta "paranza", un gruppo di adolescenti dediti a violenze e comportamenti delinquenziali nella zona. La sua presenza sul luogo dell’omicidio di Tufano, confermata da telecamere di sorveglianza, potrebbe dunque essere connessa a questo contesto di bande giovanili, spesso protagoniste di episodi di sangue e intimidazione nel territorio partenopeo.
I sospetti e il movente dell'omicidio di Emanuele Tufano
Le motivazioni per la presenza di Tufano e dei suoi amici a piazza Mercato non sono ancora chiare agli investigatori. La dinamica dell’omicidio è ancora in fase di approfondimento, ma le ipotesi prevalenti indicano che il ragazzo sia stato attirato in quella zona sotto pretesti che poi si sono rivelati mortali. Resta quindi da stabilire se l'incontro fosse frutto di un'agguato organizzato dal gruppo o se sia degenerato a causa di una lite improvvisa.
La risposta delle istituzioni e il futuro delle indagini
Le forze dell’ordine stanno intensificando gli sforzi per contrastare le bande di minorenni, note come "paranze", che infestano alcune zone di Napoli e i cui membri sono spesso coinvolti in crimini violenti. L’indagine sulla morte di Tufano è un caso che potrebbe rivelare ulteriori aspetti di questa realtà, con le Procure di Napoli e dei minori fortemente impegnate nel valutare tutte le testimonianze raccolte per identificare eventuali responsabilità e moventi.