Matteo Salvini, emendamento terzo mandato
Matteo Salvini, emendamento terzo mandato

Il dibattito sul decreto elezioni ha acceso le tensioni in Parlamento, soprattutto riguardo all'eliminazione del ballottaggio nei Comuni con oltre 15mila abitanti qualora un candidato superi il 40% dei voti. 

La Lega ha inizialmente avanzato l'emendamento in tal senso, ma successivamente ha concordato di trasformarlo in un ordine del giorno, accogliendo la richiesta del relatore del decreto, Alberto Balboni di Fratelli d'Italia, di ritirare il testo. 

Tale mossa ha scatenato critiche da parte di Anci, che ha sottolineato la necessità di coinvolgere i Comuni prima di apportare modifiche alla legge elettorale, mentre il Partito Democratico ha denunciato un attacco alla democrazia.

Terzo mandato, Senato boccia emendamento Lega
Terzo mandato, Senato boccia emendamento Lega

La proposta della Lega di abolire il ballottaggio nelle elezioni comunali ha sollevato preoccupazioni immediate nell'opposizione

 Elly Schlein del PD ha definito l'iniziativa "uno sfregio alle basilari regole democratiche", mentre il Senato ha respinto l'emendamento della Lega che mirava ad aumentare da due a tre il limite dei mandati dei governatori regionali, con 26 voti a favore, 112 contrari e 3 astenuti. Il relatore Balboni ha espresso parere contrario, mentre il governo, tramite la sottosegretaria Wanda Ferro, ha lasciato la decisione all'Aula.

L'emendamento della Lega 

Proposto per eliminare il ballottaggio nelle elezioni comunali specificava le modalità di elezione del sindaco, dando priorità al candidato con almeno il 40% dei voti validi. 

Tuttavia, di fronte alla reazione dell'opposizione e alla richiesta di ritiro da parte di Balboni, la Lega ha deciso di convertire l'emendamento in un ordine del giorno, con il capogruppo leghista al Senato, Massimiliano Romeo, annunciando il ritiro formale dell'emendamento.

Un altro emendamento presentato dalla Lega

Riguardante la possibilità di un terzo mandato per i presidenti di Regione, è stato respinto dall'Aula, nonostante le tensioni che ha generato all'interno della maggioranza. 

Il governo ha riaffermato la propria posizione di neutralità, garantendo libertà di voto ai parlamentari di maggioranza.

In totale, sono stati presentati circa quaranta emendamenti al decreto elezioni al Senato, provenienti principalmente dalle opposizioni ma con una rappresentanza anche da parte della maggioranza, tra cui quelli di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia.

 

 

 

 

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