Campi Flegrei Mario Tozzi
Campi Flegrei, l'esperto Mario Tozzi

Negli ultimi giorni, l'area dei Campi Flegrei sta vivendo un'intensa attività sismica che ha alimentato paure e interrogativi sulla possibilità di un'eruzione vulcanica. Il noto geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi, primo ricercatore del CNR, ha rilasciato dichiarazioni preoccupanti in un'intervista a Il Messaggero, sottolineando come il rischio di una catastrofe superi quello dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che distrusse Pompei.

Mario Tozzi: "Esiste un reale pericolo di eruzione nei Campi Flegrei"

Alla domanda sulla reale probabilità di un'eruzione, Tozzi non usa mezzi termini: "Sì, direi: decisamente". I Campi Flegrei sono un supervulcano, una delle strutture vulcaniche più pericolose al mondo, con un enorme potenziale distruttivo. Tozzi evidenzia che un supervulcano è caratterizzato da un bacino magmatico di grandi dimensioni e da eruzioni che possono avere conseguenze globali.

L'attuale sciame sismico e il fenomeno del bradisismo, che sta sollevando il suolo della caldera, sono segnali che il sistema vulcanico è attivo, anche se non indicano necessariamente un'eruzione imminente. Tuttavia, il geologo avverte: "L'eruzione non sarà oggi, ma prima o poi ci sarà. Quindi in quel caso, che facciamo?".

Le possibili conseguenze di un'eruzione ai Campi Flegrei

Tozzi sottolinea che il livello di distruzione dipenderebbe dall'intensità dell'eruzione. Se fosse di bassa-media entità, potrebbe somigliare a quella del Vesuvio del 79 d.C. Tuttavia, i Campi Flegrei hanno già prodotto eventi molto più devastanti nel passato, modellando l'intera pianura campana.

Nel caso di un'eruzione catastrofica, i danni potrebbero estendersi a tutta la Campania centrale, con conseguenze devastanti per Napoli e l'area metropolitana. Il problema principale, spiega Tozzi, è che la popolazione locale non è pienamente consapevole del rischio: "Se le persone si rendessero conto della pericolosità della zona, forse non ci sarebbero andate a vivere".

Il pericolo delle nubi ardenti: una minaccia letale

Secondo Tozzi, l'eruzione di un supervulcano come quello dei Campi Flegrei non sarebbe caratterizzata da colate laviche, come nel caso dell'Etna, ma da eruzioni esplosive con il rilascio di nubi ardenti. Queste colate piroclastiche, composte da gas, ceneri e lapilli incandescenti, possono raggiungere temperature di 300-400 gradi e muoversi a velocità superiori ai 200 km/h.

Il geologo avverte: "Queste nubi ardenti bruciano i polmoni di chi le respira e distruggono tutto ciò che incontrano sul loro cammino. Non dobbiamo pensare a una colata di lava, ma a un'onda rovente che si propaga rapidamente, raggiungendo anche zone molto distanti dall'epicentro dell'eruzione".

Terremoti ai Campi Flegrei e in Puglia: c'è una correlazione?

Negli ultimi giorni, oltre allo sciame sismico nell'area flegrea, sono state registrate diverse scosse lungo la costa garganica in Puglia, sollevando dubbi su un possibile collegamento tra i due fenomeni. Tozzi esclude categoricamente questa ipotesi: "Non ci può essere alcuna relazione. Si tratta di eventi completamente diversi: i terremoti ai Campi Flegrei sono di natura vulcanica, mentre quelli della Puglia sono di origine tettonica".

Quali sono le misure di prevenzione per il rischio vulcanico?

La gestione del rischio nei Campi Flegrei è una questione complessa. Le autorità monitorano costantemente la situazione attraverso strumenti di rilevamento sismico e geochimico, ma secondo Tozzi sarebbe necessario un piano di evacuazione più efficace e una maggiore consapevolezza da parte della popolazione.

La Protezione Civile ha già suddiviso l'area in zone di pericolo, con piani di evacuazione per circa 1,5 milioni di persone in caso di allerta massima. Tuttavia, il geologo sottolinea che si dovrebbe iniziare a pensare a soluzioni di lungo termine, come la progressiva delocalizzazione delle abitazioni nelle aree più a rischio.

L'importanza di una pianificazione a lungo termine

I Campi Flegrei rappresentano una delle aree vulcaniche più monitorate al mondo, ma la loro imprevedibilità continua a destare preoccupazione. Mario Tozzi ribadisce che un'eruzione ci sarà, anche se non è possibile prevederne la data con precisione. L'unica certezza è che bisogna essere preparati, con strategie di mitigazione del rischio efficaci e una popolazione informata e consapevole.

In un contesto di rischio crescente, la prevenzione diventa fondamentale: l'unico modo per evitare una catastrofe è investire nella sicurezza e nell'educazione al rischio vulcanico. La sfida più grande per le istituzioni sarà convincere la popolazione della necessità di misure preventive, senza creare allarmismo, ma con un'adeguata informazione basata su dati scientifici.

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