Strage Brandizzo, le telefonate ignorate dall'addetto Rfi: «State fermi, devono passare altri due treni»
Brandizzo, emergono dettagli cruciali riguardo all'indagine in corso. Antonio Massa, un addetto di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), è stato indagato insieme a un collega per il tragico incidente che ha portato alla morte di cinque operai. Le prove raccolte suggeriscono che Massa avrebbe ricevuto ben tre avvertimenti prima che si verificasse l'incidente fatale.
I filmati delle telecamere di sorveglianza confermano che poco dopo le 23:30, le cinque vittime erano già al lavoro. Tuttavia, Antonio Massa non aveva ancora ricevuto l'autorizzazione per iniziare i lavori. Egli aveva chiesto più volte il via libera alla dirigente movimento della stazione di Chivasso, la quale aveva risposto che dovevano aspettare fino dopo la mezzanotte o dopo l'una e mezza, quando sarebbe passato un altro treno. Sorprendentemente, nonostante ciò, la squadra di operai si era spostata sui binari senza attendere un permesso formale dai superiori.
La telefonata successiva registrò la tragedia in diretta, mentre il convoglio si avvicinava
Quando Massa cercò di contattare nuovamente Chivasso, era ormai troppo tardi: la strage era avvenuta. Le immagini delle telecamere di sorveglianza confermano questa sequenza degli eventi.
Antonio Massa, 46 anni di Grugliasco, l'addetto di RFI al cantiere, è stato il primo a essere indagato. Si è espressamente dichiarato distrutto per quanto accaduto e ha ammesso di non aver rispettato le procedure di sicurezza. La procuratrice capo di Ivrea, Gabriella Viglione, ha confermato gravi violazioni delle procedure di sicurezza previste per i cantieri di manutenzione ferroviaria.
Oltre a Massa, è stato indagato anche Andrea Girardin Gibin, capocantiere dell'azienda Sigifer, che aveva in appalto i lavori di manutenzione sui binari. Entrambi erano presenti vicino al binario 1 al momento dell'incidente. Saranno interrogati nella prossima settimana.
Brandizzo - L'indagine in corso
Si concentra su reati di disastro e omicidio colposo, ma non è esclusa la possibilità di considerare il dolo eventuale. Inoltre, la procuratrice Viglione ha rivelato che diverse procure stanno segnalando episodi simili avvenuti di recente, portando alla necessità di valutare ulteriormente la sicurezza delle procedure in uso.
Per quanto riguarda i funerali delle cinque vittime, si dovrà aspettare ancora qualche settimana a causa delle sfide nell'identificazione dei resti. Un team di medici legali specializzati sta lavorando per identificarli con precisione, e questo processo richiederà del tempo.