culla termica chiesa bari

Continuano le indagini sulla tragica vicenda del neonato trovato morto il 2 gennaio nella culla termica della parrocchia San Giovanni Battista di Bari. Don Antonio Ruccia, parroco della chiesa e indagato per omicidio colposo, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio. La Procura ha disposto una consulenza tecnica per chiarire le eventuali responsabilità legate al funzionamento della culla.

L’interrogatorio e la scelta del silenzio

Don Antonio Ruccia, assistito dal legale Salvatore D'Aluiso, ha deciso di non rispondere alle domande degli inquirenti nel primo interrogatorio da indagato. Precedentemente ascoltato come persona informata sui fatti, il parroco è ora coinvolto nell’inchiesta insieme al tecnico elettricista Vincenzo Nanocchio, che invece ha scelto di collaborare e rispondere agli investigatori.

La consulenza tecnica sulla culla

Lunedì 13 gennaio si terrà una consulenza tecnica per verificare il funzionamento della culla termica dove è stato trovato il neonato. L’incarico è stato affidato all’ingegnere Saverio Mascolo e al perito Luigi De Vecchis, mentre anche gli indagati hanno nominato consulenti di parte. Gli esperti dovranno analizzare il sistema di alimentazione elettrica della culla, il funzionamento dei dispositivi di salvaguardia, tra cui la videosorveglianza e il condizionamento della stanza, e verificare se eventuali malfunzionamenti abbiano contribuito alla tragedia.

Vincenzo Nanocchio ha riferito agli inquirenti di aver sostituito l’alimentatore della culla termica il 14 dicembre scorso, dopo alcuni blackout che avevano interessato la chiesa. Secondo quanto dichiarato, il sistema era stato testato tre volte e risultava funzionante in tutte le prove. Tuttavia, le verifiche tecniche saranno decisive per stabilire eventuali responsabilità.

Il dramma del 2 gennaio

La vicenda ha scosso profondamente la comunità di Bari. Il neonato, abbandonato nella culla termica della parrocchia, è stato trovato senza vita. Il caso ha suscitato interrogativi sul funzionamento del sistema di allarme e sulle procedure di controllo, alimentando il dibattito sulla sicurezza e l’efficacia delle culle termiche come strumento di tutela per i neonati abbandonati.

Gli investigatori stanno cercando di ricostruire con precisione quanto accaduto il giorno della tragedia. Tra le questioni centrali vi è la verifica del funzionamento dell’allarme della culla, che avrebbe dovuto segnalare la presenza del neonato. I risultati della consulenza tecnica saranno fondamentali per chiarire eventuali responsabilità e individuare le cause della tragedia.

Il dibattito sulla sicurezza delle culle termiche

Il caso ha riacceso il dibattito sulla gestione e la manutenzione delle culle termiche in Italia, strumenti concepiti per garantire un rifugio sicuro ai neonati abbandonati. La vicenda di Bari solleva interrogativi sulle procedure di controllo e sulla necessità di maggiore attenzione per evitare episodi simili in futuro.

La morte del neonato nella culla termica della parrocchia di Bari è un dramma che lascia sgomenti. Mentre proseguono le indagini per accertare le responsabilità, la comunità si interroga su come migliorare la sicurezza di strumenti fondamentali per la protezione dei più vulnerabili. La consulenza tecnica prevista per lunedì rappresenterà un passo cruciale per far luce su una vicenda dolorosa e complessa.

 

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