Gianluca Di Gioia, come è morto: il bagno «proibito» e la lotta con il predatore
Indagini in corso sull'incidente che ha sconvolto la comunità dei turisti italiani
A uccidere Gianluca Di Gioia, il turista romano morto a Marsa Alam, sarebbe stato uno squalo tigre lungo 2,5 metri. Si tratta di una specie che il ministero dell'Ambiente egiziano aveva già posto sotto sorveglianza e tracciamento satellitare dopo un incidente simile che aveva coinvolto un turista russo.
Sorveglianza degli squali nel Mar Rosso
Le autorità locali avevano già messo sotto osservazione tre specie di squali: lo squalo tigre, il mako e l'oceanico. Secondo le prime indagini, Gianluca Di Gioia e un altro turista italiano si trovavano in acque profonde, in una zona vietata alla balneazione.
L'ipotesi delle barche commerciali
Secondo Naguib Sawiris, noto imprenditore egiziano, la causa dell'incidente potrebbe essere legata alla pratica delle barche commerciali che scaricano rifiuti in mare, attirando inevitabilmente gli squali. Sawiris ha sottolineato l'importanza di vietare la pesca commerciale nelle zone turistiche, proteggendo sia l'ambiente marino che i visitatori.
Le condizioni di Giuseppe Fappani
Migliorano intanto le condizioni di Giuseppe Fappani, l’amico della vittima che ha coraggiosamente tentato di salvarlo. Dopo essere stato aggredito dallo squalo, è stato ricoverato per le ferite riportate. La figlia Cristia ha dichiarato che suo padre è in via di guarigione e presto sarà dimesso dall'ospedale.
La dinamica dell'attacco
Secondo il racconto della figlia di Fappani, l'uomo non avrebbe visto lo squalo al momento dell'attacco. Si trovava in acqua per fare snorkeling, come ogni mattina, quando ha sentito le urla di aiuto di Gianluca Di Gioia. Nel tentativo di soccorrerlo, è stato trascinato sott'acqua dallo squalo, rendendosi conto solo in quel momento della gravità della situazione.
Le indagini delle autorità egiziane
Le autorità locali stanno conducendo indagini approfondite per chiarire se i due turisti si trovassero effettivamente fuori dalla zona consentita alla balneazione. Secondo la figlia di Fappani, il padre conosceva bene le regole di sicurezza del Mar Rosso e si trovava probabilmente nella zona autorizzata.
La comunità italiana sotto shock
La tragedia ha scosso profondamente la comunità dei turisti italiani a Marsa Alam e ha sollevato nuovi interrogativi sulla sicurezza delle attività marine in questa popolare meta turistica. La famiglia di Gianluca Di Gioia, distrutta dal dolore, attende risposte chiare dalle autorità.
Un appello alla sicurezza e alla prevenzione
Questo drammatico episodio evidenzia l'importanza di rispettare rigorosamente le indicazioni di sicurezza fornite dalle autorità locali e di adottare misure preventive per evitare ulteriori tragedie. La comunità turistica internazionale chiede maggiore vigilanza e controlli più stringenti per garantire la sicurezza dei visitatori.
Un caso che ha lasciato un segno indelebile e che spinge a riflettere sulla necessità di un equilibrio sostenibile tra turismo e tutela dell'ambiente marino.