Inchiesta Ultrà
Inchiesta Ultrà

Dopo l'operazione che ha portato all'arresto di diversi esponenti delle curve di Inter e Milan, l'inchiesta sul tifo organizzato potrebbe presto subire un'importante svolta. 

Secondo quanto emerso, alcuni ultrà arrestati della curva Sud milanista, coinvolti nell'inchiesta condotta dalla Procura di Milano, hanno deciso di parlare e di farsi interrogare dal giudice per le indagini preliminari (gip). 

Si tratta di un passo significativo, dato che fino ad ora sia gli ultrà milanisti che interisti avevano mantenuto una linea di silenzio durante gli interrogatori di garanzia.

L'inchiesta, coordinata dai pubblici ministeri Paolo Storari e Sara Ombra, ha portato all'emissione di 19 misure cautelari per reati come associazione per delinquere. I tifosi rossoneri, accusati di essere parte di un sistema illegale legato al tifo organizzato, sono ora pronti a rilasciare dichiarazioni, sperando di ottenere la revoca dell'ordinanza d'arresto.

Le istanze di revoca e la richiesta di interrogatorio

Alcuni degli arrestati, difesi dall'avvocato Jacopo Cappetta, hanno preannunciato la presentazione di istanze di revoca della misura cautelare, accompagnate da una richiesta di interrogatorio. Questa scelta segna un cambiamento rispetto alla strategia iniziale di mantenere il silenzio. In base al codice di procedura penale, se un'istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare si basa su nuovi elementi, il giudice deve interrogare gli imputati prima di decidere sulla richiesta.

L'interrogatorio potrebbe avvenire nei prossimi giorni, dopo che tutte le istanze saranno state depositate e il gip Domenico Santoro, che sta conducendo l'indagine insieme a Polizia e Guardia di Finanza, avrà fissato una data. Questo cambiamento potrebbe aprire la strada a nuove informazioni cruciali per l'inchiesta.

Il maxi blitz e la strategia del silenzio

L'operazione della Procura di Milano ha scosso profondamente il mondo del tifo organizzato. Il blitz delle forze dell'ordine, che ha coinvolto sia la curva Sud del Milan che la Nord dell'Inter, è stato il risultato di mesi di indagini su attività illegali legate alle tifoserie, inclusi episodi di violenza e la gestione di affari illeciti.

Fino ad ora, tutti gli arrestati, sia milanisti che interisti, avevano scelto di rimanere in silenzio durante gli interrogatori. Tuttavia, la decisione di alcuni tifosi di farsi interrogare rappresenta una potenziale rottura della cosiddetta "linea del silenzio" che aveva caratterizzato la reazione iniziale delle curve all'inchiesta.

L'imprenditore dei parcheggi e il ricorso al Riesame

Parallelamente, un altro aspetto dell'inchiesta coinvolge Gherardo Zaccagni, l'imprenditore che gestiva i parcheggi fuori dallo stadio di San Siro. Zaccagni, finito agli arresti domiciliari, è difeso dall'avvocato Vinicio Nardo e ha presentato ricorso al tribunale del Riesame contro l'ordinanza di arresto. L'udienza per valutare il suo caso è stata fissata per il 16 ottobre, e potrebbe anch'essa portare a ulteriori sviluppi nell'indagine.

Attesa per nuovi interrogatori

Mentre l'inchiesta continua, l'attesa per gli interrogatori degli ultrà arrestati potrebbe rappresentare un momento decisivo per il futuro delle indagini. Le dichiarazioni dei tifosi rossoneri potrebbero infatti fornire nuovi elementi utili per comprendere meglio le dinamiche interne alle curve e il ruolo dei singoli all'interno del sistema criminale che ruota attorno al tifo organizzato. Il caso rimane aperto, con una svolta che potrebbe arrivare a breve e influenzare in modo significativo l'esito dell'inchiesta.

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