Ucraina, tregua di Pasqua fallita: nuovi bombardamenti russi e il doppio gioco di Putin
Nonostante gli annunci di cessate il fuoco, l’Ucraina denuncia oltre 380 bombardamenti. La mossa di Putin: riorganizzarsi e inviare segnali a Trump

La promessa di una tregua pasquale annunciata da Vladimir Putin in Ucraina si è rivelata un bluff. Kiev denuncia centinaia di bombardamenti e l’uso massiccio di droni da parte delle forze russe. Intanto, il Cremlino ammasserebbe 70mila soldati al confine Nord, con obiettivi strategici chiari e un occhio alle future trattative con Donald Trump.
Nessun cessate il fuoco: i numeri drammatici
Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dall'annuncio della tregua si sono registrati almeno 387 bombardamenti e 19 attacchi armati. In sole 24 ore sarebbero stati utilizzati 290 droni contro obiettivi ucraini. Un bilancio che smentisce di fatto ogni tentativo di tregua da parte di Mosca.
Putin schiera 70mila soldati al confine Nord
Mentre si parlava di cessate il fuoco, l'intelligence di Kiev ha rilevato l'ammassamento di circa 70mila soldati russi lungo il confine Nord, una mossa che fa temere nuove offensive su Donetsk, Luhansk o persino su Kharkiv, città a mezz’ora dalla frontiera russa.
Il bluff strategico di Putin
Dietro l’annuncio della tregua si celano due obiettivi strategici: da un lato, guadagnare tempo per riorganizzare l’esercito, dall'altro lanciare segnali concilianti a Donald Trump, che starebbe valutando il futuro dei rapporti con Mosca in un contesto di crescenti tensioni globali.
Trump e Putin: trattative sotterranee
Le trattative tra USA e Russia sembrano prendere forma indirettamente, con Putin che spera di mantenere il controllo di ampie zone dell'Ucraina e Trump che, secondo analisti, potrebbe puntare a sfruttare le risorse economiche del Paese devastato dal conflitto.
La finta tregua pasquale si inserisce in una più ampia strategia di guerra ibrida adottata da Mosca: ingannare l'opinione pubblica internazionale, riorganizzare le forze militari e preparare nuovi assalti, mantenendo al contempo aperti i canali diplomatici con l’Occidente.