aldo tortorella

Si è spento nella notte a Roma, all’età di 98 anni, Aldo Tortorella, figura storica della Resistenza italiana e del Partito Comunista Italiano (PCI). Nato a Napoli nel luglio del 1926, da giovane studente universitario aderì alla lotta partigiana a Milano, assumendo il nome di battaglia "Alessio". Arrestato e incarcerato, riuscì poi a fuggire e a proseguire l’attività nella Resistenza a Genova, dove divenne dirigente del Fronte della Gioventù.

Dopo la Liberazione, Tortorella intraprese la carriera giornalistica, lavorando per l’edizione genovese de l’Unità, di cui diventò caporedattore. Negli anni Settanta, assunse la direzione della testata a livello nazionale, contribuendo a delinearne la linea politica e culturale.

Una vita tra giornalismo e politica

Oltre alla carriera giornalistica, Tortorella fu una figura di primo piano nel PCI. Eletto parlamentare per diversi mandati, ricoprì il ruolo di responsabile nazionale della cultura per il partito e fece parte della segreteria di Enrico Berlinguer.

Nel 1991, quando il PCI si trasformò in Partito Democratico della Sinistra (PDS), decise di rimanere nella nuova formazione politica, seppur manifestando forti perplessità sulla svolta voluta da Achille Occhetto. Nel 1998, in polemica con il governo di Massimo D’Alema e l’intervento militare in Kosovo, lasciò il partito. Da allora, si dedicò all’Associazione per il Rinnovamento della Sinistra, da lui fondata e diretta negli ultimi 25 anni.

Il ricordo di Goffredo Bettini

Tra i primi a ricordarlo, il dirigente nazionale del PD Goffredo Bettini, che ha espresso il suo cordoglio con parole di grande stima:

"Un grande comunista italiano, combattente instancabile per la giustizia e la libertà in Italia e nel mondo. Mi inchino alla sua memoria."

La scomparsa di Aldo Tortorella segna la fine di un’epoca: la sua storia personale si intreccia con quella della politica italiana, lasciando un’eredità culturale e morale di grande valore.

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