Rita De Crescenzo
Rita De Crescenzo

L'inchiesta sul caso del racket degli ormeggi, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli, ha recentemente portato alla luce dettagli inquietanti su un sistema di minacce e violenze nel quale è stata coinvolta la tiktoker Rita De Crescenzo e suo marito. Entrambi gestiscono alcuni ormeggi a Mergellina, zona strategica di Napoli. 

Le minacce di morte subite dalla coppia includevano parole agghiaccianti: 

"Quando andrai a fare la denuncia fai scrivere che siamo in due a volerti uccidere, io e mio padre". 

Questa frase, intercettata dagli investigatori, è stata attribuita a Rosario Piccirillo, il figlio del boss Antonio Piccirillo. L’arresto dei due uomini, legati all’alleanza di Secondigliano, ha permesso di scoperchiare ulteriormente le dinamiche di estorsione e intimidazione che da anni tormentano la zona.

Intercettazioni e Dialoghi Compromettenti: Le Prove Raccolte dalla Squadra Mobile

Le prove decisive emerse durante l’indagine sono state raccolte grazie a una serie di intercettazioni e monitoraggi costanti da parte della Squadra Mobile di Napoli. Le registrazioni hanno confermato le pesanti accuse mosse dalla De Crescenzo e dal marito. Dalle intercettazioni risulta che Rosario Piccirillo, agendo in collaborazione con il padre Antonio, contattava imprenditori e piccoli operatori della zona per ottenere il controllo sugli ormeggi, sia le boe sia i gommoni a noleggio. Queste risorse venivano sottratte con metodi coercitivi, esercitando una pressione costante sulle vittime. Questo sistema di controllo si inserisce nel quadro del racket, dove il pagamento non viene richiesto solo come una forma di "protezione", ma come pretesto per dominare l’intera zona di Mergellina e gestirla con la violenza.

La Minaccia e la Strategia del Terrore: Il Caso di Rita De Crescenzo

Rita De Crescenzo, conosciuta per la sua attività su TikTok, e il marito hanno subito minacce di morte concrete, con dichiarazioni esplicite da parte di Antonio e Rosario Piccirillo. Il messaggio di minaccia, "Siamo in due a volerti uccidere", è stato uno degli elementi più scioccanti raccolti dalla DDA, e ha rafforzato la necessità di agire rapidamente per fermare questo ciclo di intimidazioni e pericoli. Nonostante Rosario Piccirillo avesse, in passato, pubblicamente dichiarato una presunta "dissociazione" dalla camorra, i fatti riportati dall’inchiesta dimostrano una realtà ben diversa.

Gli Arresti e le Accuse ai Piccirillo: L’Operazione Anti-Racket della DDA

Dopo una lunga fase di indagini, la Direzione Distrettuale Antimafia ha coordinato il blitz che ha portato all'arresto di Antonio e Rosario Piccirillo. Entrambi sono accusati di minacce di morte, tentativi di estorsione e coinvolgimento in attività di racket. Le prove a loro carico, basate su intercettazioni e testimonianze, hanno permesso agli inquirenti di ricostruire un sistema di dominio violento della zona di Mergellina. Rosario Piccirillo, già noto alle autorità e coinvolto in passato in attività criminali, aveva cercato di mostrarsi dissociato dalla camorra, mentre partecipava a eventi pubblici contro la criminalità organizzata. Tuttavia, le indagini hanno svelato il suo reale coinvolgimento e la sua partecipazione attiva nelle operazioni criminali del clan familiare.

Le Parole di Condanna della Direzione Antimafia e L’Impegno Contro il Racket

Le autorità coinvolte, in particolare la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno espresso una ferma condanna per il comportamento di padre e figlio, sottolineando quanto sia importante difendere chiunque subisca minacce e violenze da parte dei clan locali. Le autorità hanno inoltre lanciato un appello agli imprenditori e ai cittadini della zona affinché denuncino le attività di racket e collaborino per liberare il territorio dal controllo mafioso. Il coraggio di Rita De Crescenzo, che ha deciso di denunciare apertamente le intimidazioni subite, rappresenta un passo fondamentale nella lotta al racket.

Un Messaggio di Speranza per Napoli

L’arresto dei Piccirillo è solo un passo nella lunga battaglia contro le mafie locali, ma è anche un segnale di speranza. L’inchiesta ha permesso di dimostrare l’esistenza di una rete di intimidazione radicata e ben organizzata, che però è vulnerabile alle denunce e alla cooperazione tra cittadini e forze dell’ordine. Il caso di Rita De Crescenzo, simbolo di resistenza e di coraggio, sottolinea l'importanza della denuncia e della lotta al racket, invitando tutti coloro che vivono e operano in queste realtà a non arrendersi di fronte alla paura.

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