La scoperta

Scoperta choc a Civitanova Alta, ieri, in una abitazione abbandonata di vicolo dell’Arco, dove è stato trovato lo scheletro di un uomo. Sono stati gli operai che ieri pomeriggio, per conto dei proprietari, sono andati a svuotare il casolare per iniziare i lavori di ristrutturazione, a rinvenire i resti di Giuliano Pagnanini. Alla sua identità i carabinieri sono risaliti grazie ai documenti che erano accanto a quello che è rimasto dell’uomo, un mucchio di ossa. Aveva 66 anni, ed era di Civitanova Alta. Stando a un primo esame, era morto da due o tre anni. Nessuno ne ha denunciato la scomparsa in tutto questo tempo. Il fratello Elio, morto circa un anno fa, era barbiere e il padre Francesco aveva lavorato come falegname per il Comune, una famiglia, la sua, molto conosciuta sul colle. Di Giuliano si erano però perse le tracce da tempo. "Aveva vissuto in Canada, ma non lo vedevamo più da tanto. Forse era andato a vivere in una comunità", raccontano alcuni residenti. Una vita difficile comunque, segnata anche da problemi con la giustizia che lo avevano portato in carcere, per via di rapine in banca commesse a Grottammare, Porto San Giorgio e probabilmente anche a Civitanova. In quella abitazione che si trova alla fine di vicolo dell’Arco, a ridosso del campetto di calcio, appollaiata sulle mura di viale della Repubblica e affacciata sulle colline, si era andato probabilmente a rifugiare perché non aveva un tetto sotto cui ripararsi.

Casa di famiglia

La casa è quella appartenuta alla famiglia Quintavalle. Difficile stabilire a quando risale il decesso, anche se dai primissimi esami viene datato ad almeno due o tre anni fa. Di Giuliano Pagnanini sono rimaste soltanto le ossa. "Da tanto tempo segnalo al Comune il cattivo odore che proveniva da quella casa. Due anni fa era insopportabile" racconta Augusto Borroni, presidente della Società Operaia di Civitanova Alta. "Qui al campetto – dice – organizziamo d’estate la sagra del pesce e si sentiva un odoraccio". Chissà per quanto tempo quelle ossa sarebbero rimaste lì se oggi non fossero andati ad aprire casa gli operai ingaggiati per iniziare i lavori di ristrutturazione del casolare. «Hanno cominciato a portare fuori la roba da buttare e quando sono arrivati nelle stanze dietro si sono accorti del cadavere", racconta il proprietario, che poi ha avvertito i carabinieri. Ci erano già andati il 3 giugno, gli operai, per sistemare una tavola di compensato che chiudeva la porta di ingresso, ma non erano entrati. Le ossa sono state trovate sul pavimento, accanto al letto. E lì stavano anche i documenti che hanno consentito all’Arma di risalire immediatamente all’identità del poveretto. Come sia entrato, da quando stesse lì, sono tutte domande a cui l’inchiesta cercherà di dare una risposta. Di sicuro nell’abitazione non sono stati trovati elementi che possano far pensare a un morte causata da un evento violento.

Le indagini

Sarà svolta, comunque, l’autopsia, non conoscendo ancora la causa della morte saranno infatti eseguiti esami molto approfonditi, anche per confermare l’identità dell’uomo. Il corpo era scheletrizzato, e alcune ossa erano staccate. Alcune aree erano molto compromesse anche per effetto della presenza nel casolare di animali che avrebbero danneggiato ulteriormente il cadavere. Al momento non si sono trovati segni di violenza, e dall’ispezione del luogo non sono emerse tracce che facciano pensare appunto a una morte violenta. I resti sono stati portati all’obitorio dell’ospedale di Macerata, per l’autopsia. (Il Resto del Carlino) Leggi anche: Dichiarato morto: si risveglia e stringe la mano al medico legale. Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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