La strage dei ragazzi a Portogruaro, il dolore infinito della famiglia di Altin: anche suo fratello era morto sulla strada pochi mesi fa
Portogruaro, la famiglia Hoti, proveniente dal Kosovo, piange la perdita di Altin, un giovane di 22 anni, scomparso anch'egli in un tragico incidente stradale a pochi mesi dalla morte del fratello minore, Admir
Il vuoto insopportabile lasciato dalla mancanza di un fratello è diventato una realtà dolorosa per Altin Hoti, il ventiduenne di origini kosovare, che ancora lo scorso 27 settembre manifestava tutto il suo desiderio di rincontrare il fratello Admir, scomparso a soli 18 anni in un incidente stradale avvenuto appena sei mesi fa.
Altin se ne è andato come suo fratello Admir
Questa speranza di riabbracciare il proprio fratello è diventata l'unica consolazione per parenti e amici di Altin, che ha perso la vita anch'esso lungo una strada, mentre guidava la sua adorata Bmw Serie 5, sbandando presumibilmente a causa dell'elevata velocità.
La tragedia ha lasciato la madre, Shiquerie Hoti, nella disperazione più profonda, con le sue grida strazianti che hanno riempito la casa di via Alte a Concorda Sagittaria, dove la famiglia si era trasferita da poco. Il dolore è insopportabile: Shiquerie ha perso entrambi i figli in un breve lasso di tempo. Il suo cordoglio si estende anche a Giulia, la fidanzata di Altin, considerata da lei come una figlia.
La famiglia Hoti, originaria di Ratkovac, un villaggio del Kosovo, si era trasferita in Italia nel 2015, abitando inizialmente in via Santi Martiri nel centro di Concorda Sagittaria. Grazie al duro lavoro presso aziende agricole nella zona veneziana, i genitori avevano messo da parte abbastanza denaro per acquistare una casa più grande. In via Alte si erano trasferiti dopo la tragica perdita del figlio minore.
Altin, insieme ai suoi genitori, si dedicava all'agricoltura durante le stagioni più intense, oltre a lavorare come saldatore insieme allo zio paterno, un artigiano. Nel suo tempo libero, aiutava il padre a perfezionare la nuova casa, frutto di anni di sacrifici della famiglia.
Ma al di là del lavoro, la passione di Altin erano i motori, soprattutto la sua Bmw, immortalata in numerose foto e video condivisi sui suoi profili social. Questa passione lo aveva fatto entrare in un gruppo di amici con cui partecipava a raduni in tutto il Nord Italia, alcuni dei quali più grandi di lui di diversi anni.
Secondo l'amica Rebecca Loris, Altin non faceva altro che parlare del fratello, la cui scomparsa non aveva mai veramente superato. Tutto ciò era reso più sopportabile solo grazie a Giulia, la sua compagna. Rebecca afferma che Altin amava la velocità, ma non cercava la morte. Tra l'altro non avrebbe mai voluto mettere in pericolo la vita della donna che amava.
Il sostegno della comunità
La comunità, dopo la morte di Admir, aveva sostenuto la famiglia Hoti, raccogliendo fondi per il rimpatrio della salma in Kosovo e la sepoltura. Ora, di fronte alla seconda tragedia, l'associazione Kosova si impegna nuovamente a sostenere la famiglia in questo momento difficile.
L'amico dei fratelli, Hassin, sottolinea che Admir non era un incosciente alla guida. L'incidente che aveva portato alla sua morte, avvenuto lo scorso 12 maggio sulla tangenziale Enrico Mattei di Portogruaro, era accaduto in condizioni meteorologiche estreme. La Fiat Punto guidata da Admir aveva avuto un impatto frontale con una Chevrolet.
Hassin spiega che Admir amava la velocità ma non metterebbe mai a rischio né la sua vita né quella degli altri. L'incidente potrebbe essere stato causato da condizioni stradali avverse o da un problema alla macchina.