Addio Pazzariello, a 65 anni il Covid si porta via Pasquale Terracciano, il ‘pazzariello’. "Il covid si è portato via anche Pasquale Terracciano. Uno dei fondatori del gruppo E’ Zezi di Pomigliano d’Arco, mitico gruppo operaio al quale sono molto legato da sempre.
Pasquale l’ho conosciuto, pazzariello, istrionico, ribelle, popolano, con lui ci siamo scambiati abbracci e pacche sulla spalla con la gioia della musica popolare negli occhi". Lo ha dichiarato il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.
Il cordoglio della sua città
"Con profonda tristezza annuncio la scomparsa del caro Pasquale Terracciano. Pasquale è stato una delle anime della nostra Città. Legatissimo alle tradizioni popolari ne ha perpetuato la memoria e ne ha diffuso la conoscenza, insieme alla sua famiglia, nei Zezi e in Napoli extracomunitaria.
Alla sua famiglia le più sentite condoglianze di tutta l’Amministrazione e il mio personale e affettuoso abbraccio", è il messaggio di cordoglio di Gianluca Del Mastro, sindaco di Pomigliano d'Arco.“
Da Positano
"Iconico personaggio della Festa del Pesce positanese. Con Pasquale ci vedevamo solo un volta l’anno, ma era nata una bella amicizia.
Ha fatto la storia del popolare in Campania e il personaggio del Pazzariello rispecchiava molto il suo carattere. Mi mancherà molto e Positano ha perso un amico, il bel ricordo di Paolo Marrone.
Chi era Pasquale Terracciano
Leader del gruppo di musica popolare ‘NapoliExtracomunitaria’ di Pomigliano D’Arco, Pasquale ha studiato per più di 40 anni musica, usi e costumi di Napoli, concentrandosi nella figura del ‘pazzariello’
O pazzariello era un’artista di strada, figura molto diffusa e caratteristica della Napoli di fine Settecento, Ottocento e prima metà del ’900, una specie di giullare di piazza che attirava i passanti con i suoi strampalati spettacolini.
Di solito lo si poteva trovare per le strade, vestito in modo molto vistoso, mentre impugnava del vino o altri prodotti (solitamente pane e pasta) che gli venivano affidati da una vicina cantina o bottega per farsi pubblicità.
Infatti, con balli, danze e filastrocche, era solito annunciare l’apertura di nuovi negozi accompagnato anche da una piccola orchestrina composta da tamburino, putipù, scetavajasse e triccheballacche.
Inoltre, non era raro trovarlo a qualche festa paesana o sagra in cui tentava di attirare un numero più alto possibile di avventori per vendere all’asta qualche oggetto ricevuto dagli organizzatori per aumentare il ricavato dell’evento.
La figura del pazzariello è stata valorizzata e resa celebre dal grande Totò, che lo ha interpretato nella trasposizione cinematografica de “L’oro di Napoli”, film di Vittorio De Sica tratto dal capolavoro di Giuseppe Marotta. (da Napoligrafia-tutto su Napoli).
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