Bimba sbranata da pitbull ad Acerra: "Tyson non manifesta aggressività, si lascia gestire"
Gli esami sul cane non confermano comportamenti aggressivi. Proseguono le indagini sulla morte della piccola Giulia Loffredo.
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Ad Acerra, la tragica morte della piccola Giulia Loffredo, di soli nove mesi, ha scosso l’intera comunità. Il pitbull Tyson, accusato di aver sbranato la bambina il 15 febbraio, è stato sottoposto ad analisi veterinarie, ma dai primi risultati non emergono comportamenti aggressivi.
Secondo il responsabile veterinario dell’Asl Napoli 2, Nicola Ambrosio, il cane «si lascia gestire tranquillamente» e non ha evidenziato segni di aggressività. Inoltre, non è stato necessario sedarlo per eseguire i test. Tuttavia, le indagini proseguono, in attesa dei risultati sugli esami delle feci di Tyson e del meticcio Laika, per verificare l'eventuale presenza di tracce organiche della bambina.
Il giallo sulla dinamica dell’aggressione
Secondo il medico che ha soccorso Giulia, il dottor Emanuele Ceo, il pitbull avrebbe azzannato la piccola alla testa e al collo, provocandole ferite letali. Tuttavia, emergono dubbi sulla tempistica dei soccorsi: la bambina sarebbe stata trasportata in ospedale circa trenta minuti dopo la sua morte, nonostante l’abitazione fosse a soli due minuti a piedi dalla struttura ospedaliera.
Le autorità stanno ora analizzando il cellulare del padre della bambina, Vincenzo Loffredo, per ricostruire esattamente cosa sia accaduto. L'uomo, 24 anni, si trovava solo in casa con la figlia, mentre la madre era al lavoro.
Le indagini continuano
La tragedia ha lasciato aperti molti interrogativi sulla reale dinamica dell’evento e sulle responsabilità. Gli inquirenti vogliono capire se il cane abbia davvero attaccato la bambina o se ci siano altri elementi da chiarire. I due cani restano sotto custodia, sempre a disposizione della magistratura per eventuali ulteriori accertamenti.