Brescia. Insultato sui social, si uccide il vigile che si era già scusato: non è bastata la multa.
Non erano bastate le scuse
La multa che si era auto inflitto e persino un «contributo» devoluto all’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili. Origini siciliane, 43 anni, agente di polizia locale a Palazzolo, nell’ovest bresciano, Gian Marco Lorito pare non abbia retto agli attacchi social che si sono scatenati — e non si sono placati — contro di lui, dopo che, alla fine di gennaio, l’auto di pattuglia era stata immortalata in un parcheggio per disabili a Bergamo, vicino all’università.
Lui che, figlio di un carabiniere, «la sua divisa la portava sempre con enorme dignità, grande impegno e acuta sensibilità», lo piangono ora il suo comandante Claudio Modina e il sindaco del paese Gabriele Zanni. Perché Gianmarco non c’è più.
Lo sparo
Si è sparato all’alba con la pistola d’ordinanza, dentro l’auto di servizio, nel cortile del municipio di Palazzolo, a ridosso del comando. A dare l’allarme è stata la ex compagna (con la quale ancora abitava poco lontano, a Cologne), Marisa Murgia, insegnante di origini sarde. La loro relazione era finita in estate, «ma continuavamo ad avere un ottimo rapporto» assicura, allontanando l’ipotesi che la fine della loro storia possa aver avuto un peso nel drammatico epilogo. Ma forse, non lo sapremo mai. «Non si dava pace per quanto successo, era disperato» assicura lei. Che sferra un attacco durissimo al web: «I social uccidono». Come se Gian Marco temesse che tutto quell’odio gratuito potessero annullare o quantomeno scalfire il duro lavoro di anni, sempre svolto con devozione estrema, verso i colleghi e la gente.
La foto
Tutto è iniziato il 24 gennaio, quando il presidente dell’Anmic orobica e nel direttivo nazionale, Giovanni Manzoni, ha notato l’auto della polizia locale di Palazzolo in via dei Caniana, a Bergamo, vicino all’università: parcheggiata in un posto per disabili. L’ha fotografata e, indignato, postata sul suo profilo Facebook. I commenti non si sono fatti attendere: a decine, di tutti i toni. La segnalazione è arrivata anche al responsabile. E pure la sua, di reazione, è arrivata in tempo zero. Il suo mea culpa l’aveva messo nero su bianco in una lettera, Gian Marco, dopo essersi multato: «Non ho parole per esprimere il mio rammarico. Voglio precisare che non era mia intenzione, ma purtroppo mi sono confuso con la segnaletica, anche se ciò non mi giustifica». Non solo. «A seguito di quanto successo voglia accettare un contributo di cento euro (pari alla sanzione, ndr) per l’associazione da lei presieduta, oltre alle mie scuse, e continui a credere nelle istituzioni e nel nostro lavoro».
La lettera
L’agente Lorito voleva ripartire proprio dal suo errore, «per poter fare di più e meglio». La sua lettera è stata pubblicata, così come la foto prima, sul profilo di Manzoni che commentava: «Questo episodio ha dato la possibilità di rinsaldare la collaborazione tra Amnic e forze dell’ordine». Tanti like, parecchi commenti positivi anche in relazione al comportamento non scontato di Gianmarco, ma forse, ancora tanta, troppa rabbia verso di lui. Che non avrebbe retto.
(Corriere)