Campania ancora rossa, ma il consulente alla Sanità di De Luca si regala la poltrona anti stress: a ognuno le sue priorità. E' quanto si apprende secondo la richiesta fatta da Enrico Coscioni.
La Campania è nuovamente in zona rossa e per quanto il presidente della Regione Vincenzo De Luca scherza rifacendosi all'Aglianico, c'è di fatto che la Sanità locale non se la passa affatto bene.
Siamo dunque in piena pandemia
E cosa fa il consulente alla Sanità di De Luca, Enrico Coscioni? Richiede un tavolo per le riunioni e una poltrona direzionale ergonomica, ovvero detta in parole meno tecniche, la classica anti stress.
E ovviamente in questo determinato periodo storico è ciò che ha urgenza, è un bene indispensabile!
Con un atto a propria firma, come riportato documentato da Anteprima 24, in qualità di direttore dell’unità di Cardiochirurgia dell’ospedale Azienda universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, Coscioni il 20 ottobre scorso (in piena emergenza coronavirus) sollecita l’acquisto di una poltrona ergonomica personalizzata per il suo ufficio, un reparto creato con lo sdoppiamento di un altro e che penalizzò la nascita di un centro di procreazione assistita.
Inoltre Coscioni nell’atto precisa
Si tratta di un acquisto “indifferibile e urgente”. Dunque, per il braccio destro del governatore della Campania la priorità, con medici sull’orlo di una crisi di nervi e reparti al collasso, è l’acquisto per la sua stanza di una poltrona con lo schienale antistress.
Campania - Nell’ordine di acquisto
Coe riporta sempre Anteprima 24, rientrano anche tavoli e sedie. Il tutto per un costo di 2mila euro. Coscioni non si sa quando trovi il tempo di svolgere la funzione di primario all’Unità di Cardiochirurgia. Svolgendo altri incarichi. Tra cui la guida dell’Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.
Ieri la lettera dei medici a De Luca: “Poca ironia, abbiamo buste dell’immondizia al posto dei calzari”
I medici dell’Ospedale del Mare rispondono a De Luca. “Ironia a parte, caro presidente, noi anestesisti rianimatori non possiamo permettere che un uomo delle istituzioni lasci intendere che vi sia qualcuno che non fa il proprio dovere.
Non si può lasciar intendere, si deve eventualmente punire, altrimenti si diventa complici! Tutte le telefonate della Centrale operativa regionale sono registrate, quindi il compito di controllo è estremamente semplice!”.
La lettera
“Non possiamo permettere che le Istituzioni gettino discredito su una categoria creando sfiducia nel rapporto medico-paziente-parenti. Soprattutto in questi giorni in cui le comunicazioni avvengono a distanza, e circolano tante ‘fake news’ sul nostro operato anche sostenute da politici e pseudo-scienziati.
Medici – Da mesi oramai segnaliamo
Anche per via ufficiale, tutte le carenze strutturali, organizzative, e di risorse umane. Abbiamo utilizzato sempre i canali istituzionali, non ci siamo affidati alla stampa o ad una diretta Facebook. Lei invece ama i tafferugli mediatici”.
“Dal momento che le nostre denunce non hanno ottenuto riscontro, vorremmo cogliere l’occasione per chiederlo direttamente a lei.
Lo sa che da circa una settimana i nostri copricalzari sono stati sostituiti da sacchetti della spazzatura?
Lo sa che non abbiamo sistemi di monitoraggio avanzato? E’ consapevole del fatto che nel nostro Covid center non esiste un radiologo di guardia, bensì è il radiologo di turno in ospedale che deve allontanarsi per venire ad eseguire gli esami necessari?”.
Medici – Ancora proseguono
“E’ consapevole che negli angusti moduli che voi avete acquistato non possono lavorare in sicurezza circa 50 persone per turno senza creare pericolosi assembramenti? Lo sa che molti degli infermieri assegnati alle nostre Terapie intensive Covid non hanno alcuna esperienza in area critica?
Crede veramente che ognuno di quei 6 moduli possa contenere 16 pazienti, come comunicato al ministero della Salute, quando a stento ne riesce a contenere la metà?
Potremmo continuare a fare la lista delle vostre macroscopiche mancanze, fino alla fine di questa pandemia, ma preferiamo tornare a lavoro. Per cortesia, per una volta riponga la pistola nella fondina, e metta giù il cappello di fronte a chi sta facendo sacrifici enormi per non fare affondare la barca”.
Infine si legge
“La nostra collega non aveva affatto voglia di ‘fare la nottata’ all’inizio del suo turno, tuttavia si è intestardita, insieme ai colleghi e al resto del personale, nel corso di tutta la notte nel voler salvare a tutti costi la giovane vita di un suo paziente che proprio quella notte il Covid aveva deciso di portarsi via, pronandolo e supinandolo 4 volte nell’arco di 3 ore, modificandone innumerevoli volte i parametri ventilatori e adattando la terapia minuto per minuto.
Per essere sicura di portare a termine l’impresa ha deciso, una volta che il quadro clinico era in via di stabilizzazione, di attendere lo smonto mattutino del collega in Degenza, proprio al fianco del suo paziente, e senza mai perdere di vista gli altri 6. Quel posto letto nel frattempo era già stato reso disponibile per un paziente, che altri ‘buontemponi’ nel pronto soccorso a un centinaio di metri stavano cercando di stabilizzare e rendere trasportabile”.
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