Ogni Paese fa da sé. Ed è il caos.
I dati sui contagi e i morti Covid-19 non sono omogenei, un'indagine epidemiologica più accurata correggerebbe le statistiche internazionali. Confermerebbe non solo la già dimostrata impotenza nel fermare il virus, ma anche i nuovi rischi dovuti alla mancanza di un'azione di insieme per limitare i danni. Il caso Italia, con 300 mila tamponi eseguiti e un tasso di letalità schizzato fino al 9 per cento, è forse il più emblematico, soprattutto se confrontato con lo 0,3 tedesco. Ma malati e lutti si hanno ovunque, aumentano, e non tutti vengono censiti.
Interpellato dal «Mattino»
Lo staff dell'Organizzazione mondiale della sanità spiega che riceve e pubblica i report, ma per avere i dettagli sui criteri adottati, passando dalla teoria alla pratica, occorre rivolgersi ai vari Stati. Anche l'European Centre for disease prevention and control, nel report di ieri, invita alla «cautela» nell'interpretazione perché le politiche adottate per i test sono differenti e questo si può riflettere nell'evoluzione dell'epidemia. Alla raccolta delle informazioni provvedono i singoli sistemi sanitari con metodi diversi, pure tra una regione all'altra. Basta citare il Veneto, che sta estendendo la ricerca sul modello Vo', la Campania che riporta solo i decessi in ospedale nel bollettino giornaliero e la Lombardia in difficoltà persino nel garantire l'assistenza.(IlMattino)
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