Giulia Cecchettin, la giovane vittima dell'atroce omicidio perpetrato da Filippo Turetta, ha subito un destino ancor più tragico di quanto si potesse immaginare. Le indagini condotte dal medico legale Antonello Cirnelli, incaricato dalla Procura di Pordenone, hanno svelato che la giovane era già deceduta quando è stata abbandonata nella scarpata della Val Caltea a Barcis. Questo sconvolgente dettaglio aggiunge un'ulteriore dimensione di orrore a un crimine che ha scosso profondamente l'opinione pubblica.

Il racconto degli eventi rivela che Filippo Turetta ha abbandonato il corpo di Giulia alle ore 3 di domenica, indicando che la vittima aveva perso la vita diverse ore prima di essere gettata nella scarpata.

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Dove si è verificato il delitto, aggiunge un tassello inquietante all'indagine. Sebbene non sia stato confermato come l'arma del delitto, il coltello potrebbe avere un ruolo cruciale nelle indagini.

Il coinvolgimento del cane Jageer

Un flat coated retriever addestrato in servizio alla Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia, è stato fondamentale per risolvere il mistero. Il cane ha svolto un ruolo determinante nel localizzare il corpo di Giulia, nascosto strategicamente da una grande roccia, eludendo le tecnologie di sorveglianza umane.

La cronologia degli eventi, registrata dalle telecamere di sorveglianza, dipinge un quadro complesso e inquietante del viaggio di Turetta con il corpo di Giulia. Le registrazioni rivelano soste in luoghi apparentemente casuali, alimentando l'interesse degli investigatori. Il "buco" di due ore nelle registrazioni ha sollevato domande cruciali, portando infine alla svolta nelle indagini.

Giulia Cecchettin, si cercano altri reperti

Le autorità stanno ora concentrando i loro sforzi nella ricerca di ulteriori reperti, tra cui l'arma del delitto e i telefoni mancanti, nel tentativo di gettare luce su ogni aspetto di questo tragico evento. Questo sconvolgente capitolo continua a tenere la comunità col fiato sospeso, mentre si cerca giustizia per Giulia Cecchettin.

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