Non ce l’ha fatta Fabio Natale, il militare del Settimo Reggimento alpini, in servizio alla caserma Salsa di Belluno, 32 anni originario della provincia di Caserta, di Casapulla ma residente in città. L’uomo dopo 6 giorni in cui ha lottato tra la vita e la morte, dopo lo schianto in moto avvenuto martedì 8 settembre contro un palo sul ponte Dolomiti, stamane, 14 settembre è spirato all’ospedale di Treviso dove era stato trasferito.

Fabio è morto in ospedale

Fabio Natale aveva quella “Aprilia Tuono 1000” da solo un paio di giorni. Stava provando la moto, che è di proprietà di un suo amico, per decidere poi se acquistarla oppure no. Non si sa cosa sia accaduto martedì sera.

Il drammatico incidente di Fabio

Il giovane era in sella insieme alla fidanzata 25enne quando per cause ancora da accertare, ha perso il controllo della moto andando a sbattare contro un palo. Le sue condizioni sono risutalte subito disperate. Oggi la terribile notizia. Grave anche la fidanzata, ma nelle ore successive allo schianto le sue condizioni sono migliorate e è stata trasferita dalla rinimazione in reparto. Fonte: Tele Club Italia

Paola uccisa dal fratello, la famiglia lo difende: “Non voleva, è stato un incidente”

«Michele era uscito per convincere la sorella Maria Paola a rientrare a casa ma non l’ha speronata, è stato un incidente». È questa la versione dei fatti fornita dalla famiglia di Maria Paola e Michele Gaglione – e riportata dal parroco del Parco Verde di Caivano don Maurizio Patriciello – in merito all’ incidente che ha provocato la morte della giovane nella notte tra venerdi e sabato. «Qui al Parco Verde sarà sempre peggio. D’altronde lo Stato ha deciso a tavolino che questo debba rimanere un ghetto. Quello che accade ne è solo la diretta conseguenza. È inutile, qui non c’è futuro» è lo sfogo di don Maurizio Patriciello, prete simbolo nella battaglia contro la Terra dei Fuochi. Il parroco dice di sentirsi solo e pur precisando che non si tratta di una resa ma di un normale avvicendamento annuncia che tra poco anche lui lascerà Caivano e il Parco Verde. ‘Qui le istituzioni non ci sono. La gente perbene se ne va e le loro case vengono occupate dai malavitosi». Su Facebook, invece, subito dopo la tragedia di Caivano, la mamma di Ciro, il ragazzo trans che aveva una relazione con Maria Paola, ha gridato tutto il suo dolore, accusando apertamente Michele Antonio «di aver commesso deliberatamente un omicidio perché non sopportava che la sorella frequentasse un uomo trans. I figli si accettano così come vengono. Paola riposa in pace». Fonte: Il Fatto Vesuviano

“I figli si accettano così come sono” Il grido di dolore della mamma di Ciro, fidanzata di Paola

“I figli si accettano così come sono”. E’ il grido di dolore della mamma di ciro, il trans fidanzato di Paola, morta questa notte per mano del fratello.

Il movente? Era lesbica, sono omosessuali e non meritano di “campare”.

Sarebbe solo e soltanto questo il motivo che ha spinto il fratello di Paola, a seguirla su quel motorino, a spintonarli e a riempire di botte Ciro, mentre la sorella, sangue del suo sangue giaceva al suolo. Una morte ingiusta per una giovane 22enne che sognava forse solo la libertà. Una libertà non concessagli perchè “lesbica”, perchè macchiava l’onore della famiglia, in una cittadina quale quella di Caivano dove forse a quanto pare la Camorra è più giusta, ha più diritto di sopravvivere rispetto ad una giovane donna che come tutte sognava l’amore. Per qualcuno forse un amore sbagliato, un amore sporco, macchiatosi da qualcosa che non è corretto, non è normale. Ma la domanda sorge spontanea: e seppur questo amore non fosse normale, ma chi siamo noi per decidere se una giovane ha o meno il diritto di viverselo e peggio ancora di vivere? Leggi anche Tragedia in Campania, trovato il cadavere del camionista scomparso 3 giorni fa. Città in lutto per Pasquale Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo 
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