Impagnatiello è andato a pranzo dalla madre dopo aver ucciso Giulia: "Il cadavere è rimasto nel bagagliaio"
Il barman di 31 anni confessa l'assassinio della compagna Giulia Tramontano tra bugie e tentativi di occultamento
Entra nel vivo l’udienza del processo nei confronti di Alessandro Impagnatiello, il barman 31enne accusato dell’assassinio della compagna Giulia Tramontano avvenuto il 27 maggio 2023. Oggi, per la prima volta, l'imputato ha preso la parola in aula, rompendo un anno di silenzio.
"Ero avvolto da uno strato di follia", ha dichiarato Impagnatiello. "Sono affogato nel castello di bugie che ho creato". Tra le bugie più scioccanti, quella di nascondere alla madre che il corpo senza vita della fidanzata si trovava a pochi passi da lei, nascosto nel bagagliaio della T-Roc in suo utilizzo.
Alessandro Impagnatiello ha costruito il suo "castello di bugie" pezzo dopo pezzo, anche dopo aver commesso l'omicidio della convivente, Giulia Tramontano, che era incinta al settimo mese del figlio Thiago. Dopo aver inscenato e denunciato la scomparsa della fidanzata, il cameriere dell'Armani Café ha continuato a fingere preoccupazione davanti a parenti e amici. Nel frattempo, il corpo senza vita di Giulia era nascosto prima nella cantina, poi nel box di casa e infine in macchina.
"Nei giorni successivi cercai di spostare in più occasioni il corpo di Giulia dalla cantina al box, ma non ci riuscii perché c’era sempre qualcosa che me lo impediva. Lo feci il 30 maggio, per metterlo in macchina," ha confessato l'imputato.
Un dettaglio agghiacciante
Il dettaglio che mette i brividi è il racconto di Impagnatiello su come, la mattina del 30 maggio, sia andato a pranzo da sua madre mentre il corpo di Giulia giaceva nel bagagliaio della macchina. "Durante tutta quella giornata il cadavere è rimasto nel bagagliaio," ha ammesso. Questo particolare svela la freddezza con cui l'imputato ha cercato di mantenere una parvenza di normalità mentre nascondeva il crimine appena commesso.
Impagnatiello ha descritto i tentativi disperati e insensati di far sparire il corpo di Giulia. "Era come se io cercassi di nascondermi e nascondere tutto ciò che avevo fatto quella sera. Avvolto da uno stato di insensata follia, di illogica, di pazzia totale, ho cercato di far sparire il corpo di Giulia. Ho cercato di dare fuoco al cadavere in bagno, nella vasca. Ho usato prodotti di pulizia, infiammabili, dell’alcol. Ho tentato nuovamente di incendiarlo, spostandolo questa volta dal bagno ai box."
In aula, il 31enne ha cercato di spiegare il suo stato mentale durante quei giorni. "In mezzo a tutte queste azioni confusionarie, illogiche, era come se una minuscola parte di me cercasse aiuto, di essere vista da qualcuno," ha dichiarato. "Spostare il suo corpo attraverso quattro rampe di scale in un’abitazione con più famiglie, in una giornata dove il sole tramonta tardi…era come se cercassi qualcuno che mi vedesse, che passasse un vicino, che entrasse qualcuno con il cane. Qualcuno che chiamasse la polizia e interrompesse tutto."
La confessione dettagliata
La testimonianza di Impagnatiello in aula ha svelato ulteriori dettagli agghiaccianti su come ha cercato di occultare il corpo di Giulia. Ha confessato di aver tentato di dare fuoco al cadavere più volte e di aver cercato di spostarlo in vari luoghi per evitare di essere scoperto. Le sue azioni erano guidate da una logica distorta e disperata, in un tentativo inutile di coprire le tracce del crimine.
Il processo a carico di Alessandro Impagnatiello è ancora in corso e la sua confessione ha aggiunto nuovi elementi alla tragica vicenda. Le sue parole, cariche di follia e disperazione, hanno offerto uno sguardo inquietante sul suo stato mentale durante e dopo l'omicidio di Giulia Tramontano. La comunità attende ora che la giustizia faccia il suo corso, portando a una conclusione questo doloroso capitolo.