antonio poziello

Antonio Poziello, ex sindaco di Giugliano in Campania, è stato arrestato con l’accusa di aver orchestrato un sistema di tangenti e di aver stretto un patto con il clan Mallardo in occasione delle elezioni comunali del 2020. Secondo quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare, Poziello avrebbe promesso 10mila euro e favori amministrativi a Domenico Pirozzi, all’epoca reggente della cosca, in cambio di voti per garantirsi la vittoria.

Oltre all’ex primo cittadino, oggi consigliere comunale e dirigente presso Arpac Multiservizi e Santobono-Pausilipon, le indagini coinvolgono altri amministratori locali e figure politiche.

Il blitz e gli arresti

L’operazione è stata condotta dai carabinieri del Ros, con il supporto del Comando Provinciale di Napoli. In totale sono stati eseguiti 25 arresti: 20 persone sono finite in carcere, mentre 5 sono agli arresti domiciliari. Le accuse contestate, a vario titolo, comprendono associazione mafiosa, corruzione, scambio elettorale politico-mafioso, estorsione, usura e trasferimento fraudolento di valori, tutte aggravate dal metodo mafioso.

Tra gli arrestati spicca il nome di Antonio Poziello, indicato dagli inquirenti come il fulcro di un diffuso sistema corruttivo che coinvolgeva diversi consiglieri comunali, alcuni dei quali ritenuti vicini al clan Mallardo.

Il patto con la camorra e il tentativo di rielezione

Secondo le indagini, nel 2020 Poziello avrebbe stretto un accordo con Domenico Pirozzi, detto Mimì ‘o pesante, per garantirsi l’elezione a sindaco. In cambio del sostegno elettorale del clan, l’ex primo cittadino avrebbe versato 10mila euro attraverso Francesco Mallardo, alias ‘o Marmularo.

L’intesa prevedeva anche favori amministrativi a imprese riconducibili alla criminalità organizzata nel caso di vittoria. Tuttavia, Poziello, pur arrivando al ballottaggio, venne sconfitto dall’attuale sindaco, Nicola Pirozzi.

Collaboratori di giustizia e nuove rivelazioni

Le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia hanno svelato il radicato controllo del clan Mallardo sulla politica locale, evidenziando condizionamenti su varie amministrazioni comunali. Le intercettazioni e le indagini del Ros hanno fatto emergere il ruolo di Andrea Abbate, soprannominato Zio Andrea, come intermediario tra la camorra e Poziello.

Anche Abbate è stato arrestato, mentre agli arresti domiciliari sono finiti:

  • Giulio Di Napoli, ex assessore con diverse deleghe
  • Filippo Frippa, ex dirigente del settore assetto del territorio
  • Ferdinando Cacciapuoti, amministratore di una società legata al sistema di tangenti.

Motivi dell’arresto: rischio di reiterazione del reato

Il giudice per le indagini preliminari (GIP) ha disposto la detenzione in carcere per Poziello, ritenendo che la sua personalità sia assolutamente indifferente ai precetti penali. Inoltre, con le elezioni comunali previste per il 2025, si teme un possibile tentativo di influenzare nuovamente il voto.

Respinta l’ipotesi degli arresti domiciliari, poiché anche con il braccialetto elettronico non si sarebbe potuto monitorare le sue comunicazioni, lasciando margine per nuove manovre illecite.

L’operazione rappresenta un duro colpo per il clan Mallardo e per le infiltrazioni della camorra nella politica locale, ma le indagini potrebbero portare a ulteriori sviluppi nei prossimi mesi.

 

 

 

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