Nel luglio del 2020, la Corte Costituzionale aveva esteso l'aumento della pensione anche a coloro che fossero titolari delle pensioni d'invalidità o di inabilità. Due le novità: innanzitutto, fin da quando avevano compiuto i 18 e non 60. Ma soprattutto, un aumento che ora arriva nelle tasche dei diretti interessati.
La sentenza sulle pensioni di invalidità
La sentenza era chiara. Il requisito anagrafico (60 anni) è considerato irragionevole. Le minorazioni fisiche e psichiche, non hanno una variazione o un'incidenza diversa che sia compresa tra i 18 e i 59.
Nello specifico: " le minorazioni fisico-psichiche, tali da importare un’invalidità totale, non sono diverse nella fase anagrafica compresa tra i diciotto anni (ovvero quando sorge il diritto alla pensione di invalidità) e i cinquantanove, rispetto alla fase che consegue al raggiungimento del sessantesimo anno di età, poiché la limitazione discende, a monte, da una condizione patologica intrinseca e non dal fisiologico e sopravvenuto invecchiamento."
Arriva l'aumento sulle pensioni di invalidità
Con la sentenza della Cassazione, il nuovo trattamento economico è esteso a tutti gli invalidi civili, che percepiscono pensione. Gli invalidi coinvolti hanno un'età compresa tra i 18 ed i 60 anni: le nuove condizioni economiche sono state riconosciute d'ufficio, a patto che sussistano condizioni di reddito.
L'aumento può variare infatti tra i 286 euro fino ad un massimo di 651 euro mensili, per un anno e un mese.
La sentenza della Cassazione ha pertanto superato in tutto e per tutto la legge del 2001 che stabiliva l'esplicito diritto all'incremento al "milione" (di lire) fosse limitato ai pensionati over 60.
Questa era una palese anomalia, che si porta dietro una vera discriminazione e che ha costretto i giudici della Corte Costituzionale ad estendere, tramite sentenza, il diritto.
Chi può richiedere gli arretrati della pensione d'invalidità
La sentenza è entrata in vigore il 20 luglio 2020. Quindi, gli arretrati possibili sono quelli successivi all'entrata in vigore della legge.
E'importante sottolineare, però, che sono stati esclusi i soggetti invalidi totali, ciechi civili assoluti, sordomuti titolari di pensione o titolari di pensione di inabilità al lavoro, che lo scorso 20 luglio avevano superato i 60 anni. Queste persone non sono state interessate dalla sentenza della Corte di Cassazione.
Queste categorie, nel caso in cui avessero i requisiti necessari all'ottenimento del bonus, di fatto avevano già maturato il diritto alla corresponsione dell'aumento della pensione, perchè avevano già compiuto i 60 anni.
Nel caso in cui, non avessero ancora beneficiato dell'incremento dell'assegno mensile hanno la possibilità di presentare la domanda per ottenere il riconoscimento.
I requisiti per ottenere il riconoscimento degli arretrati
aver già compiuto 60 anni lo scorso 20 luglio 2020;
e essere titolari di una pensione di invalidità civile totale.
Inoltre, essere titolari della pensione per ciechi civili assoluti o per sordomuti;
o essere titolari di una pensione di inabilità al lavoro;
Inoltre, è necessario rispettare determinati requisiti reddituali. Una persona celibe, ad esempio, deve possedere un reddito personale al di sotto dei 8.469,63 euro. Nel caso di una persona coniugata il limite di reddito è di 14.447,42 euro.
I requisiti per ottenere l'aumento
La richiesta si presenta all'Inps. Riguardo ai requisiti invece, non si deve essere in possesso di redditi superiori a 8.469,63 euro nel caso in cui sia soli. Mentre, per i redditi cumulati con quello del coniuge non bisogna superare i 14.447,42 euro. (Fonte
TrendOnline)
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