PARMA. Un 14enne di Parma sarebbe rimasto vittima di episodi di bullismo in prima superiore, preso di mira da tempo perché ritenuto un "secchione" nello studio. L’ultimo caso di violenza - una matita piantata in testa e un'aggressione a schiaffi - lo avrebbe costretto a recarsi al pronto soccorso con una prognosi di 20 giorni a causa di un trauma cranico e una frattura del naso. La sorella del ragazzo ha raccontato alla Gazzetta di Parma che lei e sua madre si erano già rivolte alla direzione della scuola chiedendo di fermare le prepotenze che il 14enne subiva quotidianamente. Ora la famiglia ha sporto denuncia.
La vicenda
Il bullo di turno avrebbe colpito il 14enne con un colpo alla nuca e poi al volto facendolo cadere, una volta arrivati in classe lo avrebbe poi malmenato ripetutamente. A quel punto il personale dell’istituto ha accompagnato l’aggressore nello studio del preside, mentre la vittima è stata portata in ospedale.
Quella che lo ha costretto al pronto soccorso sarebbe solo l’ultima di una serie di violenze ai danni del ragazzo. Ora sulla vicenda indagano i Carabinieri dopo la denuncia sporta dalla famiglia.(Tgcom24)
Da Parma a Ravenna: Elisabetta muore a 36 anni dopo aver dato alla luce la sua bambina
Un destino segnato e l'amara consapevolezza di non poter sentire mai la sua bambina chiamarla "mamma”. Elisabetta una mamma coraggio. Morta lo scorso luglio a 36 anni, aveva scoperto di essere incinta e di avere un tumore a distanza di poche ore, lo stesso giorno.
Il tragico destino di Elisabetta Socci
Il marito
Matteo Grotti ha deciso di raccontarne la storia a
Ravenna Today:
“A 35 anni non bisognerebbe mai vedere la morte della propria moglie, crescere una figlia da soli e sapere che non potrà mai davvero sentire l’affetto di sua madre – dice -.
Ma voglio dire a chi sta combattendo la stessa guerra di non arrendersi. Combattete come ha fatto Elisabetta. Si può vivere felici anche nella malattia, provando ogni tanto a dimenticarsela, a stare bene e a fare cose normali. Pensare: forse questa cosa non potrò farla domani, e allora facciamola oggi”.
I fatti
Lei faceva l’architetto a Cervia, lui il magazziniere ordinario nel Cesenate. Si vedono per la prima volta al matrimonio di un amico in comune. Si innamorano e si sposano. Si trasferiscono insieme a San Zaccaria nel comune di Ravenna. Poi, tra tanta felicità, arriva il giorno nero: Elisabetta scopre di avere un tumore nello stesso giorno in cui viene a conoscenza di essere incinta.
Al terzo mese di gravidanza inizia la chemioterapia e a otto mesi dà alla luce una bellissima bambina. Racconta Matteo a
Ravenna Today:
“Non ha mai vacillato un attimo, era convinta che la gravidanza fosse la luce in questo periodo di tenebre e, nonostante tutto, ha scelto di portarla a termine e di curarsi, seppur parzialmente, con terapie che non danneggiassero una creatura così intensamente desiderata”.
La morte sopraggiunge quando la piccola ha 10 mesi. Matteo si ritrova così da solo a crescere una bimba piccola.
“La crescerò raccontandole quanto sua madre fosse speciale. Abbiamo sempre vissuto nella speranza, perché si può sperare e continuare a vivere anche se poi il finale è brutto. E lei ha fatto così, sempre godendosi il presente, tutti sapevano che era malata ma ci ha fatto vivere il periodo della sua malattia come se non fosse nulla, è stata una guerriera”. (Internapoli)
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