Rampelli: “Carlo Calenda non perde occasione per denigrare qualunque tipo di dichiarazione, anche conversazioni sullo scibile umano in trasmissioni leggere e non conformiste come ‘Un giorno da pecora’. Lì si va per parlare a ruota libera, non per fare dotti convegni programmatici".

Forse cerca di farsi perdonare il suo sostegno al sindaco Gualtieri, uno dei più immobili sindaci della storia della Capitale che ha ridotto Roma a una latrina per poter creare consenso sul termocombustore di Santa Palomba, tanto caro al banale leader di Azione. È di tutta evidenza che le priorità per Roma sono altre, non certo la realizzazione della porta d’accesso alla Capitale da sud immaginata dal genio creativo dell’arch. Adalberto Libera a monte del pentagono razionalista dell’Eur.

E ancora aggiunge Rampelli:

"Immagino che Calenda ne ignori la storia urbanistica quanto l’artista in questione. Ma non sapere niente di architettura è comprensibile, “non si nasce imparati”, non lo è invece fare una polemica sterile su una risposta o tirare continuamente la giacchetta alle espressioni artistiche dell’epoca sacrificandole all’altare del regime. Giudizi sommari da ignoranti conclamati che non sanno che la cultura è per definizione libera dalle ideologie e dai governi, che buona parte degli architetti razionalisti furono antifascisti e che molti intellettuali di sinistra celebrano tuttora l’architettura di quell’epoca senza aver cambiato sponda”.

E' quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia replicando al sen. Carlo Calenda. 

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