La giovane Teresa è morta prematuramente all'età di soli 5 anni a causa di un'appendicite non diagnosticata. La dottoressa del pronto soccorso dell'ospedale di Cattolica è stata ritenuta responsabile per l'errore medico. L'ASL invece è condannata a pagare un risarcimento di 880mila euro. Secondo le indagini cliniche, la morte della bambina è stata causata dall'inesperienza della giovane medico del pronto soccorso di Cattolica, che era alle prime armi, e dalla mancanza di strumenti diagnostici adeguati.

Tutto è iniziato la notte del 17 luglio del 2017, quando la madre ha portato la bimba al punto di primo soccorso del "Cervesi" a causa di dolori addominali e febbre alta.

La dottoressa che ha visitato la bambina era incerta sulla diagnosi. Dopo un consulto telefonico con il reparto di pediatria del nosocomio riminese, ha deciso di prescrivere ulteriori analisi e la dimissione.

Il giorno successivo, la madre è tornata all'ospedale di Cattolica per ritirare la ricetta, riferendo che la bimba si sentiva meglio nonostante la mancanza di appetito e di energia.

Nessuno poteva prevedere la tragedia che sarebbe avvenuta due giorni dopo, quando Teresa ha accusato un improvviso malore e poi ha perso conoscenza. L'ambulanza del 118 è arrivata subito dopo l'allarme, ma i sanitari non sono riusciti a rianimare la bambina, che è morta poco dopo.

La dottoressa del pronto soccorso è stata processata per non aver diagnosticato l'appendicite e ha ricevuto una condanna a 1 anno con sospensione della pena. I genitori affidatari della bimba, rappresentati dall'avvocato Marcolini, hanno ricevuto il risarcimento di 880mila euro.

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