Scuola, cambiano i voti in pagella: tornano ottimo e non sufficiente alle elementari
Con il 5 bocciati alle medie. Le nuove regole
Con l'anno scolastico 2025 arriva una svolta nel sistema di valutazione scolastica italiano. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato un’ordinanza che reintroduce i giudizi sintetici nella scuola primaria e il voto in condotta espresso in decimi alle scuole medie. Gli studenti della primaria leggeranno voti come “ottimo” o “non sufficiente”, mentre per gli studenti della scuola secondaria di primo grado sarà necessario ottenere almeno 6/10 in tutte le materie per accedere alla classe successiva.
Il ritorno dei giudizi sintetici
Alla scuola primaria, i tradizionali voti numerici erano stati sostituiti nel 2020 da descrizioni come “avanzato”, “intermedio” e “base”. Questa scelta aveva generato confusione tra le famiglie, spingendo il ministero a ripristinare una formula più comprensibile. I giudizi sintetici saranno accompagnati da una descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti in ogni disciplina, inclusa l’educazione civica.
Secondo il ministro Valditara, questa scelta è motivata dalla necessità di garantire una comunicazione più chiara e trasparente, favorendo così il miglioramento formativo degli alunni.
Il ruolo del voto di condotta alle medie
La valutazione in condotta, ora espressa in decimi, avrà un ruolo cruciale nella scuola secondaria. Un voto inferiore a 6/10 potrebbe comportare la bocciatura, a meno che non ci siano condizioni specifiche legate a disabilità o disturbi dell’apprendimento, per i quali è previsto un approccio inclusivo e personalizzato.
Il ministro Valditara ha sottolineato come il voto in condotta serva a promuovere il rispetto delle regole e la responsabilità individuale. Tuttavia, questa scelta ha suscitato malumori tra gli studenti e i sindacati.
Critiche e polemiche sul nuovo sistema
Il nuovo sistema di valutazione non è stato accolto positivamente da tutti. La Federazione Lavoratori della Conoscenza (Cgil) ha definito il provvedimento “sanzionatorio e punitivo”, sostenendo che l'istruzione dovrebbe essere uno strumento per prevenire il disagio scolastico, non per punirlo.
Anche la Rete degli Studenti Medi si è espressa negativamente, giudicando il ritorno ai giudizi sintetici un passo indietro e criticando la valutazione numerica del comportamento degli alunni. Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti, ha aggiunto che questa riforma è in linea con una visione autoritaria della scuola, promossa dal ministro Valditara.
Tempistiche di applicazione
Le scuole avranno tempo fino a giugno per adeguarsi alle nuove disposizioni. Sarà loro compito informare le famiglie sulle novità introdotte, garantendo una transizione chiara e lineare verso il nuovo sistema di valutazione.
Il nuovo sistema di valutazione, tra giudizi sintetici e un ruolo più incisivo del voto in condotta, rappresenta un cambiamento significativo per il mondo scolastico italiano. Mentre il governo sostiene che questa riforma favorirà una maggiore trasparenza e una crescita formativa, le polemiche dimostrano che la strada verso un’implementazione condivisa potrebbe essere ancora lunga.