Una figura eroica e dedicata alla lotta contro la pandemia si è spenta a Venezia, lasciando un vuoto nel cuore della comunità: la dottoressa Erika Palozzo, 48 anni, responsabile della squadra di Malattie infettive presso la Asl 3, era un baluardo contro le avversità, con una dedizione straordinaria verso il suo lavoro.

La città lagunare ha perduto una delle sue figure più luminose. Un punto di riferimento durante la crisi sanitaria, che ha combattuto contro una malattia aggressiva nella stessa città in cui era cresciuta e che aveva scelto come suo campo di battaglia.

La sua scomparsa ha suscitato un'ondata di cordoglio a Cepagatti, il suo paese d'origine, in provincia di Pescara, dove l'intera comunità si è stretta attorno alla famiglia della dottoressa, una donna che aveva abbracciato la professione medica con passione e dedizione, distinguendosi per la brillantezza negli studi e la specializzazione a Padova.

Il funerale di Erika è stato celebrato ieri, attirando l'attenzione della città e dei suoi abitanti che hanno voluto rendere omaggio alla sua memoria.

Colleghi e superiori hanno tributato elogi commoventi alla dottoressa Palozzo, sottolineando il vuoto incolmabile lasciato nel reparto di Malattie infettive e nell'intero ospedale veneziano. Sandro Panese, suo collega e primario, ha ricordato la dottoressa come un punto di riferimento per la professionalità, la passione e l'impegno nell'assistenza ai pazienti, soprattutto durante l'epidemia di COVID-19.

Il direttore del "Santi Giovanni e Paolo", Fabio Graceffa, ha espresso il suo profondo cordoglio definendo la dottoressa Palozzo un pilastro della sanità. Un esempio di professionalità e umanità durante la pandemia.

La città di Venezia piange la scomparsa di una figura così autorevole e compassionevole, una guida e un faro durante i tempi difficili della pandemia. Ha lasciato un'impronta indelebile nel cuore di chi ha avuto la fortuna di incrociare il suo cammino.

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