Mare di Napoli inquinato: scattano i divieti di balneazione in quattro aree
L'Arpac rileva livelli pericolosi di batteri fecali: interdetta la balneazione a Pietrarsa, Donn'Anna, Lungomare Caracciolo e via Partenope
Il Comune di Napoli ha recentemente imposto un divieto di balneazione in quattro zone della città a causa del mare inquinato.
La decisione è stata presa in seguito ai dati rilevati dall'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania (Arpac) che hanno mostrato livelli preoccupanti di batteri fecali, tra cui enterococchi ed Escherichia coli, nelle acque marine. Le aree interessate sono Pietrarsa, Donn'Anna, Lungomare Caracciolo e via Partenope.
I Dati dell'Arpac: Allarme per Enterococchi ed Escherichia Coli
Il 20 agosto 2024, l'Arpac ha effettuato una serie di controlli sulle acque del litorale napoletano, rilevando la presenza di batteri fecali ben oltre i limiti consentiti dalla normativa vigente. In particolare, i livelli di Escherichia coli in via Partenope erano più del doppio rispetto al valore massimo consentito, mentre sul Lungomare Caracciolo è stato registrato un livello di enterococchi circa tre volte superiore alla norma. Questi batteri sono comunemente associati a scarichi fecali e possono rappresentare un serio rischio per la salute pubblica, causando infezioni e malattie se le acque contaminate vengono ingerite o entrano in contatto con la pelle.
Le Cause dell'Inquinamento: Le Piogge e il Sistema Fognario di Napoli
L'inquinamento rilevato dall'Arpac sembra essere strettamente legato alle condizioni meteorologiche avverse che hanno colpito Napoli nei giorni precedenti ai controlli. Secondo il Comune di Napoli, le intense piogge, seguite da un periodo di siccità, hanno causato un aumento significativo dei livelli di inquinanti nel mare. Queste piogge hanno trasportato verso il mare una grande quantità di detriti e sostanze inquinanti, anche in aree generalmente considerate sicure e prive di scarichi fognari diretti.
Un altro fattore determinante è il sistema fognario di Napoli, che non separa le acque bianche (piovane) da quelle nere (reflue). Questo sistema funziona con un meccanismo di troppo pieno: durante i temporali più violenti, quando il livello dell'acqua raggiunge una certa soglia, gli scarichi non passano più attraverso il depuratore di Cuma, ma vengono direttamente riversati in mare. Questo processo include non solo gli scarichi domestici e industriali, ma anche tutto lo sporco accumulato per le strade, aumentando così il rischio di inquinamento.
Implicazioni e Azioni Future: Verso una Soluzione del Problema
Il Comune di Napoli, consapevole dell’importanza delle aree balneabili per i cittadini e per il turismo, ha richiesto all'Arpac di effettuare nuovi prelievi quanto prima possibile. L’obiettivo è ripristinare la balneabilità delle zone interessate in tempi rapidi, confidando nella professionalità e nell'efficienza dell'Agenzia.
È fondamentale ricordare che episodi di inquinamento marino come questo non sono nuovi per Napoli. L'attuale sistema fognario, purtroppo, contribuisce a tali problematiche, e c’è bisogno di interventi strutturali per separare efficacemente le acque reflue da quelle piovane. Solo attraverso un miglioramento delle infrastrutture cittadine sarà possibile prevenire futuri episodi di inquinamento e garantire un mare sicuro e pulito per tutti.
In conclusione, la situazione del mare di Napoli è un promemoria dell'urgenza di modernizzare il sistema fognario e di adottare misure preventive per tutelare la salute pubblica e l'ambiente. Restano fondamentali la vigilanza costante e la collaborazione tra istituzioni e cittadini per preservare le risorse naturali della città e assicurare che episodi simili non si ripetano in futuro.