Covid in Campania: sindaci Capri e Anacapri a De Luca, situazione isola distinta da terraferma, no lockdown
"Nelle isole, in questo periodo, non vi e' la necessita' di assumere decisioni limitative, in quanto e' riconosciuto da tutti il cambiamento naturale dell'assetto socio-economico ed e' piu' facile raggiungere l'obiettivo della riduzione o l'annullamento dei contagi rispetto alla terraferma". Cosi' i sindaci di Capri e Anacapri in una nota indirizzata al governatore della Camapania Vincenzo De Luca e all'Associazione nazionale dei comuni delle isole minori (Ancim).
"Le amministrazioni isolane - proseguono - pur consapevoli della situazione che sta vivendo l'intera Nazione, ritengono che i provvedimenti governativi e/o regionali debbano essere rispettosi delle indubbie diversita' territoriale e, ancor di piu', della diversa situazione epidemiologica.
Il territorio dell'isola di Capri presenta delle peculiarita' tali da renderlo differente da altre zone e posti della Regione Campania, soprattutto diverso dagli agglomerati cittadini, dove vi e' un sistema di trasporto pubblico ben diverso da quello esistente a Capri.
Un'isola e' di per se' una realta' distinta dalla terraferma, con confini naturali nel bene e nel male, ed in ragione di cio' non e' ipotizzabile sottoporre tale territorio a limitazioni dettate dalle valutazioni che, invece, afferiscono a quei territori totalmente diversi e difficilmente monitorabili".
Lockdown a Napoli, il sindaco De Magistris attacca: “Chiudere tutto ora è una sconfitta, no a provvedimenti drastici”
“Sono preoccupato, certo. Sia per i contagi che aumentano, sia per le tensioni sociali. Ma arrivare adesso a un lockdown sarebbe una sconfitta”. Così il sindaco di Napoli Luigi De Magistris in un’intervista a Repubblica in cui annuncia di aver chiesto col sindaco di Milano Beppe Sala al Governo”di decidere insieme ai sindaci quali misure adottare”.
Sindaco di Napoli: “No provvedimenti drastici”
Per il primo cittadino campano un “provvedimento drastico come quello adottato a marzo può essere evitato. Il contesto è diverso. Allora il nemico arrivava alle spalle, non avevamo neppure le mascherine. Ora possiamo considerare soluzioni diverse per aziende, cantieri, attività produttive, applicando misure molto rigide, senza il blocco totale. Ma a condizioni ben precise”.
La condizione è che il governo immetta “subito liquidità” per “consentire ai sindaci di assumersi le loro responsabilità. Intervenendo per aiutare chi è stremato dalla crisi”, chiedendo “rispetto per i cittadini che sono le vittime di questa situazione. E non possono essere trattati come colpevoli.
Basta terrorismo. Anche perché comincio ad ascoltare persone che preferiscono ammalarsi piuttosto che non riuscire a mettere il piatto a tavola”. (La Presse)
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