Strage familiare a Nuoro
Strage familiare a Nuoro

 Una terribile tragedia ha scosso la città di Nuoro alle prime luci del mattino di mercoledì 25 settembre, quando Roberto Gleboni, operaio forestale di 52 anni, ha compiuto un gesto efferato contro la sua stessa famiglia. 

Il bilancio è devastante: tre morti sul colpo e due persone gravemente ferite, tra cui un bambino di 10 anni e il vicino di casa, per i quali è stato accertato lo stato di morte cerebrale.

Gli Eventi di una Mattina Tragica

L’orribile sequenza di eventi ha avuto inizio intorno alle 7 del mattino nell'appartamento al piano terra di una palazzina in via Ichnusa, dove Roberto Gleboni ha aperto il fuoco contro la moglie Maria Giuseppina Massetti, 43 anni, e i loro tre figli. La moglie e la figlia maggiore, Martina, di 23 anni, sono morte sul colpo, colpite alla testa da colpi di pistola sparati con una semiautomatica calibro 7.65, regolarmente detenuta dall'uomo. I due figli minori, di 14 e 10 anni, sono stati anch'essi colpiti: il più giovane, Francesco, è stato ferito gravemente e si trova in stato di morte cerebrale presso l'ospedale San Francesco di Nuoro.

Durante la sua furia omicida, Roberto Gleboni ha incontrato sul pianerottolo il vicino di casa Paolo Sanna, 69 anni, il quale sembra essere sceso al piano terra dopo aver sentito i colpi. Anche Sanna è stato colpito alla testa ed è ricoverato in condizioni disperate.

Il Suicidio e l'Atto Finale

Dopo aver compiuto la strage, Gleboni si è diretto verso la casa della madre, in via Gonario Pinna, dove ha sparato anche contro di lei, ferendola al viso. Fortunatamente, l’anziana donna non ha riportato ferite gravi. Subito dopo, Roberto si è tolto la vita, sparandosi alla tempia. Il dramma si è concluso così, lasciando dietro di sé una scia di sangue e dolore, che ha sconvolto l'intero quartiere e la città di Nuoro.

Il Mistero del Movente

Nonostante le indagini in corso, il movente di questo tragico evento rimane ancora un mistero. Le prime testimonianze raccolte tra i vicini e i parenti non hanno evidenziato segnali di dissidi o tensioni all'interno della famiglia. "Sembravano affiatati", raccontano alcuni vicini, che dicono di non aver mai sentito litigi o discussioni violente tra Roberto Gleboni e sua moglie. Solo due giorni prima della strage, la famiglia era stata vista fare la spesa insieme, apparendo del tutto normale.

Gli investigatori stanno ora cercando di ricostruire gli ultimi giorni di vita di Roberto e della sua famiglia, nella speranza di scoprire cosa possa aver scatenato un gesto così estremo e violento. Si attendono le dichiarazioni dei sopravvissuti, tra cui il figlio di 14 anni e la madre dell’omicida, che potrebbero fornire elementi chiave per capire cosa abbia spinto l'uomo a compiere una simile carneficina.

Una Famiglia Distrutta

Martina Gleboni, la figlia maggiore di Roberto, era una giovane piena di vita, tirocinante presso il tribunale di Nuoro. Il suo amore per il padre è descritto in modo toccante in un messaggio che aveva scritto il giorno della sua laurea, il 28 aprile 2022: "A mia madre, che ci ha creduto prima che ci credessi io. A mio padre, l'amore più grande della mia vita". Parole che ora, alla luce di quanto accaduto, aggiungono ulteriore dolore alla tragedia.

Il Cordoglio della Comunità

Il quartiere di Monte Gurtei, dove si è consumata la tragedia, è ancora scosso e incredulo. Le sirene delle ambulanze e gli elicotteri della polizia hanno fatto eco alle urla strazianti della madre di Maria Giuseppina Massetti, che ha perso non solo la figlia, ma anche la nipote Martina. La comunità di Nuoro si stringe attorno ai sopravvissuti e ai familiari delle vittime, in attesa di capire cosa possa aver spinto Roberto Gleboni a distruggere la sua stessa famiglia in un modo così brutale.

Questa tragica vicenda lascia una città in lutto e tanti interrogativi ancora aperti.

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